1Il punto capitale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande che si è assiso alla destra del trono della Maestà nei cieli, 2ministro del santuario e della vera tenda, che il Signore, e non un uomo, ha costruito.
3Ogni sommo sacerdote, infatti, viene costituito per offrire doni e sacrifici: di qui la necessità che anche Gesù abbia qualcosa da offrire. 4Se egli fosse sulla terra, non sarebbe neppure sacerdote, poiché vi sono quelli che offrono i doni secondo la Legge. 5Questi offrono un culto che è immagine e ombra delle realtà celesti, secondo quanto fu dichiarato da Dio a Mosè, quando stava per costruire la tenda: «Guarda – disse – di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte.
6Ora invece egli ha avuto un ministero tanto più eccellente quanto migliore è l’alleanza di cui è mediatore, perché è fondata su migliori promesse.
3Ogni sommo sacerdote, infatti, viene costituito per offrire doni e sacrifici: di qui la necessità che anche Gesù abbia qualcosa da offrire. 4Se egli fosse sulla terra, non sarebbe neppure sacerdote, poiché vi sono quelli che offrono i doni secondo la Legge. 5Questi offrono un culto che è immagine e ombra delle realtà celesti, secondo quanto fu dichiarato da Dio a Mosè, quando stava per costruire la tenda: «Guarda – disse – di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte.
6Ora invece egli ha avuto un ministero tanto più eccellente quanto migliore è l’alleanza di cui è mediatore, perché è fondata su migliori promesse.
Entriamo nel tema centrale della Lettera agli Ebrei, la descrizione del sacrificio di Gesù, il Cristo del Signore. E’ proprio del sacerdote “offrire doni e sacrifici”(ver.3). E quindi “di qui la necessità che anche Gesù abbia qualcosa da offrire”, come ancora ascoltiamo dal ver.3. Dobbiamo tener presente che se Gesù “fosse sulla terra, non sarebbe neppure sacerdote”, come già ci è stato ricordato. Egli infatti non appartiene ad una tribù sacerdotale, ma alla tribù di Giuda e alla stirpe di Davide.
I sacerdoti del tempio “offrono un culto che è immagine e ombra delle realtà celesti”. Ed è così perché il tempio e la sua liturgia sono stati realizzati appunto come copia, “secondo quanto fu dichiarato da Dio a Mosè: “Guarda di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte”. Questo è il versetto conclusivo di Esodo 25, nella lunga descrizione che i cap.25-30 fanno sulla edificazione del tempio e sul culto che vi si deve esercitare. Lo splendore, e insieme il limite di quelle antiche parole è che si tratta, come abbiamo ascoltato, di “immagine e ombra” di quello che ora si compie in Gesù.
La radicale diversità è evidenziata dal “luogo” del nuovo tempio. Si tratta infatti “del santuario e della vera tenda, che il Signore, e non un uomo, ha costruito”(ver.2). Non è un luogo collocato nella creazione, ma è quella “destra del trono della Maestà nei cieli” dove Gesù si è assiso. Gesù di Nazaret, il figlio di Maria, il Figlio di Dio, è seduto alla destra del Padre. Il ver.6 ne trae la conclusione che il ministero di Gesù deve quindi essere “tanto più eccellente quanto migliore è l’alleanza di cui è mediatore”. Nei prossimi giorni, se Dio vorrà, ascolteremo la descrizione di questa “alleanza migliore” e di come Gesù l’abbia compiuta per noi e per tutta l’umanità.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Oggi Gesù non viene nominato esplicitamente, ma viene descritto con tre parole, “sommo sacerdote”, “ministro”, e “mediatore”. Gesù come sommo sacerdote è “migliore” di quelli che lo hanno preceduto; e il suo ministero è migliore di quello degli angeli che veniva citato al cap. 1 (il loro servizio infatti è del tutto diverso, come da servi, e non come il Figlio); infine, come mediatore è migliore di Mosè (cap.3). E nel vangelo, Gesù, davanti alla incredulità dei Giudei, cita loro l’esempio di Giona e di Salomone, per dire che ora, qui davanti a loro, c’è qualcosa di “migliore”.
Il servizio, l’alleanza, le promesse: tutto ciò è migliore di ciò che precedeva. Anche la nostra speranza è “migliore”. E ancore in Ebr verrà usata questa parola affinchè siamo certi di essere stati introdotti in qualcosa che è migliore di tutto il resto.
Questo testo di Ebr è scritto a persone in difficoltà e tribolazione, tentate di tornare indietro, e ad esse ricorda che queste cose migliori sono proprio lì per loro, per noi (11:40). Dio ha “conservato fino alla fine il vino migliore” per noi, insieme a chi ci ha preceduto.
v. 6 “Gesù è il mediatore …”: “Uno solo è Dio e uno solo il mediatore tra Dio e gli uomini, l’uuomo Gesù Cristo, che ha dato se stesso in riscatto per tutti” (1Tim 2: 5-6). “…di una alleanza migliore”: l’alleanza nuova e definitiva che Ha stabilito nel suo sangue, consegnandoci il mistero della sua Eucarestia. A noi che siamo nello stesso tempo chiamati a entrare nel santuario del cielo dove Lui ci ha preceduti, la vera tenda che il Signore ha costruito, e siamo anche la sua tenda, dove Lui ha voluto abitare qui sulla terra fatto uomo come noi per salvarci (Gv 1:14).
Come sarà questo santuario, questa “vera tenda che il Signore, e non un uomo, ha costruito”? Non sappiamo, anche se abbiamo questa tenda in ognuno di noi, nel nostro intimo; ci basti sapere che lì Dio abita, ama, opera… – “Se egli fosse sulla terra, non sarebbe neppure sacerdote…”(v.4): lo abbiamo già visto in questi giorni, ma mi sembra utile ripeterlo: per noi e nella mentalità corrente Gesù fa parte del mondo religioso (anche se don Giovanni e altri ripetono che la nostra non è una religione e non condivide i criteri delle religioni umane); in realtà, Gesù non è stato sacerdote ed ha voluto liberare il rapporto delle persone con Dio dai vincoli e dai condizionamenti della religione. – Egli, invece, uomo come noi e Dio come il Padre è nella posizione ideale per essere l’unico e perfetto “mediatore” e garantirci una “salvezza perfetta” (7,25).