20Inoltre ciò non avvenne senza giuramento. Quelli infatti diventavano sacerdoti senza giuramento; 21costui al contrario con il giuramento di colui che gli dice:
Il Signore ha giurato e non si pentirà:
tu sei sacerdote per sempre.
22Per questo Gesù è diventato garante di un’alleanza migliore.
23Inoltre, quelli sono diventati sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare a lungo. 24Egli invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. 25Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore.
Il Signore ha giurato e non si pentirà:
tu sei sacerdote per sempre.
22Per questo Gesù è diventato garante di un’alleanza migliore.
23Inoltre, quelli sono diventati sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare a lungo. 24Egli invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. 25Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore.
Il Salmo 109(110) continua ad essere citato per la sua potenza profetica riguardo al sacerdozio di Gesù. La Parola che oggi ascoltiamo ci aiuta a chiarire non solo la “diversità”, ma anche la superiorità del sacerdozio di Gesù. Un sacerdozio che evidentemente esce dallo schema proprio delle “religioni” e dei loro riti.
Il sacerdozio di Gesù viene oggi annunciato come compimento della parola profetica del Salmo, nel quale appunto si dice che Dio stesso “ha giurato e non si pentirà: ”. E’ quello che vuole dirci la sottolineatura, ai vers.20-21, del termine “giuramento, giurare”.
I vers.23-25 sottolineano la perennità del sacerdozio di Gesù, a differenza del sacerdozio levitico dove i sacerdoti dovevano essere in gran numero, “perché la morte impediva loro di durare a lungo”. Il Signore risorto “è sempre vivo per intercedere”. Per questo, propriamente, non ci sono più “sacerdoti” – anche se mi pare che, malgrado la riflessione fatta dal Concilio Vaticano Secondo, si continui a parlare di “sacerdoti” – perché Gesù è l’unico eterno sacerdote. Egli “può salvare perfettamente quelli che per mezzo di Lui si avvicinano a Dio”, appunto perché per tutta l’umanità di tutte le generazioni “Egli è sempre vivo per intercedere a loro favore”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Gesù è diventato sacerdote “con giuramento” di Dio, cioè con una garanzia divina solenne (così la TOB). Il suo è un sacerdozio “che non tramonta”(v.24): il termine greco qui usato può essere tradotto con “esclusivo”(TOB), mentre è reso con “immutabile” dalla Bibbia di Gerusalemme. La conclusione è che può salvare “perfettamente” coloro che per mezzo di lui si avvicinano a Dio”. E’ bello immaginare Gesù che si intrattiene col Padre parlando in nostro favore. E come sarà questo dialogo? Nei Vangeli abbiamo qualche buona indicazione. – Come spiega don Giovanni, non dovremmo più parlare di “sacerdoti”; è più appropriato parlare di “preti”, termine che – chissà perché – piace meno ma che deriva dall’antico “presbiteri”, cioè le persone mature addette alla guida e alla organizzazione delle primitive comunità.
v. 22 “Per questo Gesù è diventato garante di una alleanza migliore”. Già ieri vedevamo come l’antico sacerdozio e la antica alleanza che si fondava sulla legge abbia dato spazio in Gesù al compimento della promessa di Dio fatta ad Abramo: “Si ha così l’abrogazione di un ordinamento precedente a causa della sua debolezza e inutilità” (v. 18)
L’ “alleanza migliore” di cui Gesù è garante è fondata sull’amore preveniente di Dio per l’uomo e la sua misericordia donataci in Gesù, che si sostituisce alla alleanza antica fondata sulla legge e che prevedeva la possibilità, rarissimamente (e forse mai) realizzata, di accedere a Dio per l’obbedienza a tale legge e per i meriti di conseguenza acquisiti dall’uomo. Ora Gesù, sacerdote che rimane in eterno ( v.24), è sempre vivo e intercede per gli uomini, e salva perfettamente quelli che si avvicinano a Dio “per mezzo di lui” (v. 25).
v. 25 Gesù “può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio”. Perfettamente, cioè non in parte (solo lo spirito?), né solo temporaneamente. E il motivo è quello che abbiamo ascoltato in Ebr 5:7.9: “Nei giorni della sua vita terrena Gesù offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a Dio che poteva salvarlo dalla morte, e per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. … e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono”. Gesù può salvare perfettamente perché lui stesso, prima di tutti e di tutto, fu salvato.
E la “salvezza perfetta” che ci è data in Gesù è “potere vedere Dio faccia a faccia” e “conoscerlo perfettamente” (1Cor 13:12).
Dio padre ama il Figlio, lo ascolta, e per questa relazione unica di amore tra il Padre e il Figlio, noi uomini siamo salvati e possiamo accedere a Dio, alla sua visione, alla partecipazione della sua gloria, alla sua amicizia, uniti a Gesù per la fede e la speranza in Lui, come i tralci alla vite.
Sicuramente non sono in grado di cogliere la necessità di Paolo di insistere così a lungo su questo discorso del ‘sacerdozio speciale’.
Mi è molto piaciuto invece Gesù garante dell’alleanza.
Penso alle garanzie,anche importanti,che danno gli uomini. Come sono piccole e buffe rispetto al Signore che garantisce l’alleanza fatta del suo amore preveniente e delle sua misericordia,come ha scritto Mapanda.
Mi viene un pò da pensare che noi invece non possiamo garantire nulla,neanche per la giornata di oggi.
Così sono molto confortanti i versetti finali:
‘può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore.’
Bello anche questo ‘avvicinamento’ a Dio..