Caro Giovanni, ti scrivo due righe brevi e del tutto anonime, anche se penso che pensandoci riuscirai a identificarmi. Dieci anni fa io e il mio allora fidanzato ti abbiamo chiesto di celebrare il nostro matrimonio, e allora eravamo felici e spensierati. Dopo dieci anni lo siamo molto meno. Anzi, per niente. Tutto va bene, ma noi no. Abbiamo due bambini belli e buoni, che danno da fare come tutti gli altrri. Ma è dentro di noi che non siamo contenti. Tutto è diventato sempre più pesante. Queste cose le dico anche per mio marito, anche se non ci parliamo mai di cose che contano. Io mi sento ancora giovane e molte volte preferirei essere libera. Non sono neanche sicura che lui sia fedele, ma ormai me ne importa poco. Chiudo subito con la domanda stupida che volevo farti. Non era meglio se ci fossimo tenuti liberi? Non sarebbe meglio che adesso, finchè non è troppo tardi, ognuno prendesse la sua libertà? Scusami se ti scandalizzo.

Non mi scandalizzi, cara amica che non riesco a riconoscere. Per questo non sono sicuro di poterti fare compagnia con pensieri che nascono e sono custoditi dalla fede. Mi sembri oggi piuttosto amareggiata e stanca. Molte volte incontro persone come te, per le quali non si può dire che percorrono volontariamente strade sbagliate, o che stanno egoisticamente cercando il proprio tornaconto, ma che sono dentro ad una grande fatica, interiore, psicologica, morale. Per arrivare a scrivere un biglietto come il tuo, bisogna proprio essere molto soli! Avrei il desiderio e la possibilità di farti conoscere persone della tua età e nella tua stessa condizione, liete per la strada che stanno facendo. Penso sarebbe oggi l’aiuto più vero che ti si possa offrire. Pensaci! Quelle stesse persone sarebbero in difficoltà se non ci fosse intorno a loro questo abbraccio di amicizia, di attenzione affettuosa, di desiderio di vivere la vita come una bella festa, e non solo come una grande sfacchinata. Intanto ti trascrivo un bel pensiero di un grande pensatore del passato.
"L’amore per quanto sia gioioso e indescrivibile sente il bisogno di legarsi. L’amore è assicurato eternamente solo quando è un dovere. La sicurezza che l’eternità concede all’amore elimina ogni inquietudine e lo rende perfetto. L’amore immediato, quello che si contenta di esistere, non può separarsi da un’angoscia, quella di poter sempre cambiare. Invece l’amore vero, che divenendo dovere ha assorbito in sè l’eternità, non cambia mai. Solo quando è dovere l’amore è eternamente libero, in una felice dipendenza". Queste parole mi sono state preziose in molte occasioni. Un abbraccio. Giovanni.