1 Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi. 2 Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore, vostro Dio, che io vi prescrivo. 3 I vostri occhi videro ciò che il Signore fece a Baal-Peor: come il Signore, tuo Dio, abbia sterminato in mezzo a te quanti avevano seguito Baal-Peor; 4 ma voi che vi manteneste fedeli al Signore, vostro Dio, siete oggi tutti in vita. 5 Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore, mio Dio, mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nella terra in cui state per entrare per prenderne possesso. 6 Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”. 7 Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? 8 E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do?
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Celebriamo con commossa attenzione il nostro ingresso oggi nel grande poema della Parola di Dio che costituisce l’attenzione privilegiata del Deuteronomio. Fin da questi primi versetti del cap.4 cogliamo con meraviglia il potente e sereno legame tra la Parola e Dio stesso: la fedeltà alla Parola come fedeltà a Dio. La vicinanza a noi della Parola come vicinanza di Dio alla nostra persona e alla nostra vita. La Parola di Dio come la nostra sapienza e intelligenza percepita come tale anche dagli altri popoli.
Il ver.1 sottolinea la perfetta “attualità” della Parola che Mosè insegna al suo popolo: “E ora, dunque…”. La versione greca ci regala un’ulteriore precisazione temporale, dicendo: “..che io vi insegno oggi..”. La Parola è di oggi e per oggi. La Parola è da ascoltare “ora”! La Parola muove due azioni da parte nostra: l’ascoltare e il fare (più semplice e diretto dell’espressione “mettere in pratica”). Tale Parola è la nostra vita (“perchè viviate”) ed è la nostra vera terra, di cui la terra è simbolo e segno: entrare nella Terra come entrare nella Parola. E viceversa. “..terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi (alla lettera “vi dà”). Questa Parola di oggi come la Parola nella quale vivere oggi, come la Terra nella quale entrare come nostro possesso (come nostra eredità, secondo la versione greca, che in tal modo stabilisce più profondamente il legame tra noi e la terra che è di Dio e che Lui ci dona).
L’ingiunzione del ver.2 -“Non aggiungerete nulla..e non ne toglierete nulla”- è così importante che continua ad apparire nelle Scritture, fino alle ultime parole di Apocalisse 22,18-19. Quello che Mosè prescrive non è di Mosè, ma sono “i comandi del Signore, vostro Dio”.
I vers.3-4 ricordano che la Parola e la sua presenza e la sua azione potente nella storia si presenta come nuova oggi, ma tale è stata nel passato: Parola antica e nuova. Gli eventi del passato – la vicenda di Baal-Peor, narrata estesamente in Numeri 25,1-18 -illuminano il presente e la medesima attuale esigenza di ascolto fedele. Quella vicenda del passato è memoria di un tradimento nei confronti del Signore e di nozze violate da prostituzioni idolatriche: come se in controluce volesse suggerire la nuzialità che è creata tra Dio e il popolo nel rapporto con la Parola.
La Parola di Dio non è solo e non è tanto una tesi teologica e un indirizzo morale, ma – ben di più! – è la sapienza e l’intelligenza di questo popolo. Perciò ha una sua, perdonate il termine rozzo, “laicità”, nel senso che anche chi non ha relazione con il Dio di Israele, dirà del piccolo popolo di Dio: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”. Spesso questo mi viene in mente quando penso agli ebrei!
Il segreto di tutto ciò è la “vicinanza” di Dio al suo popolo. Infatti gli dèi sono lontani, ma il nostro Dio è vicino e viene vicino a noi ogni volta che lo invochiamo. Questa affermazione è di supremo rilievo, perchè ci dice che il rapporto con la Parola – ascoltare e fare la Parola – è la nostra preghiera! La preghiera, dunque, è fondamentalmente ascoltare e fare la Parola! Così il ver.7.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
La memoria di Baal Peor è importante. Là gli Israeliti trescarono con donne straniere, mangiarono sacrifici agli idoli e si prostrarono agli dei. Ma Israele è chiamato ad adorare soltanto il Dio unico dei loro Padri, a aderire a lui e non a altri dei (cfr. Num 25:4). Il Dio di Israle, a differenza degli dei delle nazioni che sono lontani dall’uomo, è un Dio vicino. (v.7) Se da una parte è il popolo che è chiamato ad ascoltare, secondo il grande comando di Dio oggi richiamato alv.1, però anche Dio si pone in ascolto del suo popolo, come chiaramente indicato dal v.7. Anzi si potrebbe intendere che la Parola di Dio, i comandi, sono la risposta di Dio che ascolta l’invocazione del popolo. Si potrebbe dire che l’ascolto è il modo relazionale tra Dio e il suo popolo. E’ peculiare a Israele il comando e il privilegio di ascoltare i comandi e le norme che Dio gli dà per bocca di Mosè. Però al v. 6 si dice che anche le altre nazioni ascolteranno tutti questi ordinamenti. La custodia e il fare i comandi di Dio da parte di Israele diviene il modo con cui anche il modo con cui gli altri popoli potranno “ascoltarli” Qui Israele è chiamato grande nazione. E’ però una grandezza tutta legata alla scelta d’amore di Dio, del tutto immotivata (in altro testo dirà: tu sei il più piccolo di tutti i popoli), alla sua benedizione che rende fecondi e li rende nazione, e in ultima analisi non per propria grandezza ma peechè popolo del grande Dio misericordioso Gesù dirà che non è venuto a abolire la legge ma a darne compimento. Questi precetti sono dati ora al popolo di Israele in vista del loro compimento da parte del Messia. D’altra parte il Messia è l’Emmanuele, il Dio con noi, segno ultimo e perfetto della vicinanza di Dio al suo popolo oggi affermata. Quindi in lui si concentrano e si compenetrano questi due aspetti del testo di oggi: i comandi dati da Dio al suo popolo perchè vengano fatti e la vicinanza di Dio al suo popolo.