22 Certamente, se osserverete con impegno tutti questi comandi che vi do e li metterete in pratica, amando il Signore, vostro Dio, camminando in tutte le sue vie e tenendovi uniti a lui, 23 il Signore scaccerà dinanzi a voi tutte quelle nazioni e voi v’impadronirete di nazioni più grandi e più potenti di voi. 24 Ogni luogo che la pianta del vostro piede calcherà, sarà vostro: i vostri confini si estenderanno dal deserto al Libano, dal fiume, il fiume Eufrate, al mare occidentale. 25 Nessuno potrà resistere a voi; il Signore, vostro Dio, come vi ha detto, diffonderà la paura e il terrore di voi su tutta la terra che voi calpesterete. 26 Vedete, io pongo oggi davanti a voi benedizione e maledizione: 27 la benedizione, se obbedirete ai comandi del Signore, vostro Dio, che oggi vi do; 28 la maledizione, se non obbedirete ai comandi del Signore, vostro Dio, e se vi allontanerete dalla via che oggi vi prescrivo, per seguire dèi stranieri, che voi non avete conosciuto. 29 Quando il Signore, tuo Dio, ti avrà introdotto nella terra in cui stai per entrare per prenderne possesso, tu porrai la benedizione sul monte Garizìm e la maledizione sul monte Ebal. 30 Questi monti non si trovano forse oltre il Giordano, oltre la via verso occidente, nella terra dei Cananei che abitano l’Araba, di fronte a Gàlgala, presso le Querce di Morè? 31 Voi di fatto state per attraversare il Giordano, per prendere possesso della terra che il Signore, vostro Dio, vi dà: voi la possederete e l’abiterete. 32 Avrete cura di mettere in pratica tutte le leggi e le norme che oggi io pongo dinanzi a voi.
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Mi sembra di riconoscere quello che ci dicono i vers.22-25. Il rapporto con la Parola di Dio porta due frutti che qui mi sembra di cogliere, anche se uno solo di essi è evidenziato in questi versetti; ma l’altro vi emerge come in un necessario controluce. Sperimento cioè che la Parola di Dio custodita nella mente e nel cuore ti fa percepire come “tua” ogni vicenda, ogni persona, ogni luogo e ogni tempo. Niente ti è estraneo. La potenza della Parola di Dio contiunua a mostrare come Dio sia veramente il Signore di tutto e di tutti, e tutti i confini, i muri, e le estraneità debbano essere abbattuti. Anche nella persona e nella situazione evidentemente più lontane dalla luce evangelica si coglie un richiamo, un appello, una nostalgia e un’attesa… Questo peraltro porta necessariamente con sè un’altra percezione, quella che appunto qui non è esplicitata ma che è necessaria proprio perchè la prima affermazione resti vera e tu resti libero e in cammino. E cioè si percepisce che, come trovi dappertutto il segno di una famigliarità divina, così nulla di quello che incontri è il punto ultimo di arrivo! E’ “segno”, che resta vero se resta tale; se resta ancora segno e quindi rimanda e invita all’incessante ulteriorità del cammino della fede e della conoscenza dell’amore.
Mi sembra che allora “benedizione e maledizione”(ver.26) si collochino in questo orizzonte. La Parola di Dio è principio di benedizione di tutto e di tutti. Senza questa Parola tutto è abbandonato a se stesso. Non solo! Abbandonato a se stesso, tutto diventa via esposta all’idolatrìa, come ascoltiamo al ver.28: “..vi allontanerete dalla via che oggi vi prescrivo per seguire dèi stranieri, che voi non avete conosciuto”.
La geografia citata ai vers.29-32 mi sembra vaga. Vi colgo l’indicazione di tutta la Terra che Dio sta per donare al suo popolo. Piuttosto tento una spiegazione sui due luoghi, sui due monti, del ver.29. Il fatto che ci sia un’indicazione “visiva” sia della benedizione sia della maledizione mi sembra confermi quello che scrivevo più sopra, e cioè che anche la Terra Promessa non è di per sè l’ultima Terra di Dio. E la presenza del “luogo” delle maledizioni impedisce l’errore e l’illusione che questa Terra sia quella della definitiva, totale e pacifica presenza della benedizione divina. Anche qui, in questa Terra donata da Dio, c’è da lottare e da camminare: questo mondo non è il paradiso! Nessuna delle belle “terre” della fede e dell’amore che Dio ci ha donato. Neppure la Terra Santa!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Ho visto molto forte quel ‘se’ che ritorna tre volte. Come se la nostra risposta, la nostra adesione, sia sempre un pò in bilico.
Una sposa continuamente oscillante tra fedeltà e tradimento.
‘la benedizione, se obbedirete ai comandi del Signore, vostro Dio, che oggi vi do’.v.27
Come accoglieremo oggi questa benedizione?
Quanto ci allontaneremo dalla via che ‘oggi vi prescrivo’? v.28
Dall’altra parte c’è però la certezza della fedeltà di Dio, che anche oggi ci ha già messo davanti(v.32) la sua Parola, il dono dell’ascolto, dell’obbedienza, dell’ amore per Lui.
Anch’io noto con un certo disagio l’insistenza su quella condizione: Se osserverete…, e l’ordine: Osserva le sue prescrizioni…, Osserverete i comandi… Vedo però che, nel primo versetto odierno (v.22), questa osservanza, questa pratica è spiegata con alcune semplici parole – seppur difficili da realizzare:
– “…amando il Signore, vostro Dio”
– “camminando in tutte le sue vie”
– “tenendovi uniti a lui”.
Mi pare la stessa sintesi che ci ha lasciato poi il Signore Gesù, il quale – mi pare – non ha mai chiesto di “obbedire a Dio”, ma semmai di assomigliargli.
v, 23 Non si tratta tanto di “impadronirsi” della terra della promessa, quanto piuttosto – come è sempre dei doni di Dio – di “riceverla in eredità”. “metterò il timore e terrore di voi su tutta la terra”, perchè è il Signore che combatte le buone battaglie del suo popolo, e per il suo aiuto può abitare la terra e trovare riposo. Il modo per ottenere la benedizione è quello che la Piccola Regola chiama “abbandono umile e totale”. L’amore di Dio ci precede, e noi, avendolo ricevuto, possiamo amare Lui e il prossimo. Il nostro Dio è “conosciuto”, diversamente dagli dei stranieri, “che il popolo non conosce” (v.28). Dio ama farsi conoscere, è lo scopo del peregrinare nel deserto del popolo per tanti anni. Amare i comandi del Signore, e il Signore stesso scaccerà i nemici. Come Paolo dice in Rom 8: Non siamo debitori verso la carne; anzi, la vita battesimale secondo lo Spirito è la terra promessa, e in essa ci è chiesto di far morire le opere della carne, che le “nazioni straniere” simboleggiano. “amando il Signore, camminando in tutte le sue vie, e tenendoti attaccato a Lui”. Dunque non una sola via, ma molte sono le vie del Signore; una per ciascun uomo? Tante diverse a seconda dell’età di un uomo? Comunque in tutte quelle, e in ciascuna, Dio c’è, perchè lì puoi “tenerti attaccato a Lui”, e amarlo. Il popolo continuerà a camminare nelle vie del Signore anche quando sarà arrivato nella terra della promessa. Perchè i comandi del Signore sono questa via, queste vie. Arrivati nella terra dovranno “porre” la benedizione e la maledizione in un luogo ben individuato. E’ forse il preannuncio del Messia sul quale la benedizione di Dio risiede e sul quale pure – sulla sua croce – anche la maledizione di Dio ricade? Gesù ci scampa dalla maledizione, che non più su di noi, ma è posta in un luogo diverso da noi, e ci dona la benedizione, che ha in sè da parte di Dio.
Davanti alla vastità dell’eredità che il Signore vuol dare al suo popolo (confini amplissimi) ci sono quei due monticelli, precisamente collocati geograficamente, il Garizim e l’Ebal, dove Israele deve mettere la benedizione e la maledizione.
Saranno sempre lì. Incomberanno sulle loro teste. La scelta della benedizione o della maledizione sarà quotidiana! Il paese sarò vastissimo ma dovranno scegliere ogni giorno la benedizione, la vita, la pace.
Gesù ci libera da questo giogo, da questa condanna, lasciandoci “solo” la responsabilità dell’accoglienza del dono.