Per me lei è il grande “difensore” del Papa e provo a fidarmi del suo pensiero, come faccio da molti anni leggendo ogni domenica le sue risposte sul Carlino. Ma non le sembra che corriamo il rischio di relativizzare tutto e quindi di perdere i grandi valori della nostra fede? Io le devo confessare che non capisco, come credente e praticante anche il gesto del Papa il giovedì santo, quando ha lavato i piedi di persone di altra fede. Allora, siamo tutti uguali? Allora che cosa ci porta l’essere credenti?
Caro lettore, le sue domande nella lettera che mi ha inviato sono molte, e ho dovuto fare una scelta per motivi di spazio, ma spero di non tradire il senso profondo dei suoi interrogativi. E le do subito un’assicurazione che porto profondamente nella mente e nel cuore. Non è la stessa cosa essere credente o non credente; e non è la stessa cosa essere cristiano o figlio di altre fedi. In verità bisognerebbe ribadire che i legami tra le tre grandi fedi monoteiste sono molti, ma non è questo il centro della sua domanda. È proprio perché siamo cristiani che dobbiamo muoverci verso tutti gli altri in modo del tutto speciale. La Persona del Signore Gesù è in radicale riferimento con tutta l’umanità! Il suo Vangelo deve visitare e portare salvezza a tutte le nazioni della terra. Il suo sacrificio d’amore sulla Croce e la gloria della sua risurrezione hanno portata universale di salvezza. E in che modo noi dobbiamo incontrare tutti gli uomini e tutte le donne della terra? Con la potenza del suo amore! Si potrebbe forse chiedere con ironia al Papa come mai entra in spazi non suoi e compie gesti profondi della nostra fede su persone che non hanno la nostra stessa fede. Il motivo è questo: noi cristiani dobbiamo annunciare, e non solo con le parole, che il Dio che ci ha salvati nel suo Figlio Gesù ama e vuole salvare tutta l’umanità. Ed è un’umanità che il cristiano incontra solo attraverso la grande via dell’amore. E questo vale in modo speciale per noi “peccatori”: prima di tutto il Signore ci ama fino a donarci nel Figlio la sua stessa vita! Per questo il Figlio di Dio si è “fatto carne”: per condividere e per entrare in ogni condizione umana. E con delle “preferenze”: i piccoli, i poveri, i peccatori! Quelli ai quali è importantissimo fare vedere quanto sono amati. Da bambino ogni tanto mi chiedevo se il Signore mi voleva ancora bene dato che ero così cattivo. Da vecchio sono nella certezza che Egli ama tutti noi, così come siamo. Dunque, non corriamo il pericolo di relativizzare tutto. Forse il Papa ci sta regalando nuove luci e nuove strade per dare testimonianza a questo Signore, che, dice una canzone, come Lui non c’è nessuno. Buona Domenica a lei e a tutti gli amici della nostra piccola vecchia rubrica.
Giovanni della Dozza.
Domenica 10 Aprile 2016.