Una bella notizia dalla Bosnia Erzegovina
Una cooperativa di donne lavoratrici ortodosse e musulmane è ormai da anni attiva in Bosnia Erzegovina e produce marmellate e succhi che ora sono apparsi anche nei nostri supermercati. Questa notizia è stata riportata dalla rivista “Il Messaggero di sant’Antonio” di aprile 2014, in un articolo a firma di Andrea Semplici, foto di Mario Boccia.
La bellezza della notizia è che protagoniste della vicenda sono donne appartenenti ai due gruppi etnici che si sono fronteggiati durante la Guerra del 1992/1995. La sede di questa cooperativa, “Cooperativa Insieme”, si trova a Bratunac, in Bosnia Erzegovina, sulla sponda occidentale del fiume Drina, dove la Guerra ha prodotto uno degli avvenimenti più assurdi e atroci. Infatti a dieci chilometri si trova Srebrenica e a metà strada, tra Bratunac e Srebrenica, si trova il campo di Potocari dove prima si coltivava grano e ora sono sepolte 8372 persone massacrate in quello che oggi conosciamo come il genocidio di Srebrenica. Soldati serbo-bosniaci di religione a maggioranza cristiano-ortodossa, massacrarono uomini e ragazzi bosniaci di religione musulmana.
Ma, finita la guerra, bisognava ricominciare … Per questo, nel 2003, fu fondata da dieci donne la “Cooperativa Insieme” che coltiva e produce confetture e succhi di piccoli frutti (lamponi, more, fragole, mirtilli e ribes). Oggi i soci sono oltre cinquecento, in maggioranza donne: serbe e bosgnacche (bosniache musulmane), ortodosse e musulmane. Il loro lavoro combatte il dolore del lutto e la disoccupazione.
«Certamente sono prodotti buoni e sani ma a chi conosce la loro storia e ne compra regalano anche un grande valore aggiunto: la piacevole sensazione di essere nel giusto acquistandoli. Come è scritto sulle etichette: “per un mondo migliore non basta sognare, con i frutti di pace lo puoi cambiare”».
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