5 Chi è colei che sale dal deserto,
appoggiata al suo diletto?
Sotto il melo ti ho svegliata;
là, dove ti concepì tua madre,
là, dove la tua genitrice ti partorì.
6 Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l’amore,
tenace come gli inferi è la passione:
le sue vampe son vampe di fuoco,
una fiamma del Signore!
7 Le grandi acque non possono spegnere l’amore
né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell’amore, non ne avrebbe che dispregio.
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Questa salita dal deserto dice il nuovo Esodo che il Signore dona al suo popolo. E’ come una risurrezione da morte l’amore che ora avvolge il popolo. La storia precedente si rivela ora come profezia di questo vincolo definitivo d’amore nuziale. Una storia non negata quella della nascita e della crescita di Israele, ma ora finalmente adempiuta in un’alleanza di eterno amore.
Mi sembra che il ver.6 si illumini e illumini il testo capitale di Deuteronomio 6,4-8 e quello di Deuteronomio 11,18-21. La norma che dice come la Parola di Dio debba strettamente legare e avvolgere il credente ora si compie nell’abbraccio d’amore tra l’Amante e l’Amata. L’amore dello Sposo non permetterà più l’infedeltà. Solo la potenza della morte può svelare quale sia la potenza dell’Amore. Non capisco quel certo affanno che nelle note delle bibbie raccomanda di non pensare ad un collegamento tra morte e amore: come si può ascoltare questa parola senza avvertire il suo riferimento alla Pasqua del Signore? Bellissima anche l’immagine dell’Amore come fuoco, come fiamma del Signore!
Nessun diluvio, secondo il ver.7, potrà spegnere l’amore. Nessuna catastrofe nè potenza mondana. E sarebbe assurdamente ridicolo pensare che ci sia qualcosa che può “comperare” l’amore. Tutto si può pagare e comperare, ma non ciò che è valore talmente assoluto che può essere solo ricevuto come dono. Ci stiamo avvicinando, siamo ormai alle soglie della bruciante Settimana dell’Amore. E’ un dono inestimabile che ci possiamo entrare portati dalla divina potenza del Cantico dei Cantici.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Forte come la morte è l’amore”. Ripenso al vangelo di domenica, alla resurrezione di Lazzaro. La morte non è l’ultima parola. Per il Dio di Israele, per il Dio di Gesù, l’amore è addirittura PIU’ FORTE della morte. C’è sempre un oltre, un’altra possibilità, una possibilità di rinascita, una ri-generazione alla novità. Ed è solo l’amore che è capace di questo miracolo. Solo l’amore è la forza che ci fa superare la resa di fronte allo scoraggiamento, la rassegnazione al fatalismo, la disperazione della solitudine. E’ l’amore la risposta di Gesù alla violenza che l’ha ucciso sulla croce ed è l’amore che, già nella sua passione e non dopo, ha in sé la forza della resurrezione, la vittoria sulla morte. E’ l’amore che immette nella storia dell’umaniktà e di ciascuno ndi noi una scitilla di vita eterna, la vita di Dio.
Effonde il mio cuore liete parole,
io canto al re il mio poema.
Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo,
sulle tue labbra è diffusa la grazia,
ti ha benedetto Dio per sempre.
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio,
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
al re piacerà la tua bellezza.
Egli è il tuo Signore: prostrati a lui.
Farò ricordare il tuo nome
per tutte le generazioni,
e i popoli ti loderanno in eterno, per sempre.
Salmo 44
Ho qualche idea un po’ confusa…
Provo a trasmettervela.
La sposa mentre sale dal deserto si appoggia al diletto. Nel v. successivo è lui che la sveglia.
Queste due immagini unite alla preghiera di lei di metterla come sigillo sul suo cuore e sul suo braccio mi dando l’idea che l’amore travolgente e appassionato della sposa abbia bisogno di un gesto finale, dello sposo (il Signore) che così la consacra totalmente a sè.
La forza straordinaria dell’amore è convogliata in una strada di pace e di completezza.