21 Un tempo anche voi eravate stranieri e nemici, con la mente intenta alle opere cattive; 22 ora egli vi ha riconciliati nel corpo della sua carne mediante la morte, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili dinanzi a lui; 23 purché restiate fondati e fermi nella fede, irremovibili nella speranza del Vangelo che avete ascoltato, il quale è stato annunciato in tutta la creazione che è sotto il cielo, e del quale io, Paolo, sono diventato ministro.
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Il termine della versione latina che al ver.21 rende con “alienati” la parola “stranieri” della nostra traduzione esprime con efficacia questa condizione di estraneità.
Ad essa è strettamente connesso un senso di “reclusione-requisizione” nelle “opere cattive”: dunque, contemporaneamente esclusi e prigionieri!
Il ver.22 annuncia con forza ed efficacia la vita nuova che ci è stata donata: essa è prima di tutto una pienezza di comunione con il Signore (è Lui il grande soggetto protagonista dell’evento della salvezza!), che Egli realizza mediante la sua morte!
La sua morte d’amore per noi ci unisce vitalmente e pienamente a Lui “nel corpo della sua carne”!
Si tratta di una vera nuova creazione: ora siamo “santi, immacolati e irreprensibili dinanzi a Lui”.
Non è opera nostra, ma potenza della sua morte d’amore per noi!
E’ lo straordinario volto nuovo della morte: della morte di Gesù, e della nostra stessa morte che ora è chiamata ad essere “dono della vita”!
Ci è chiesto – tale è la responsabilità severa dell’etica cristiana – di rimanere e di custodire fermamente il dono ricevuto da Dio: “fondati e fermi nella fede, irremovibili nella speranza del Vangelo che avete ascoltato”.
Grazie al Signore per il nostro quotidiano ascolto della sua Parola! Questo è il grande segreto e il dono meraviglioso che accogliamo e custodiamo ogni giorno!
Questo Vangelo è rivolto e donato a “tutta la creazione che è sotto il cielo” Nulla e nessuno vi è escluso! Così il ver.23.
E di tale annuncio “Paolo è diventato ministro”!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni
Da uno stato di “alienazione” e di inimicizia, il Signore Gesù ci ha portati alla pace e alla riconciliazione: con Dio, ma anche con noi stessi e con gli altri. “Nel corpo della sua carne mediante la morte”: una strana espressione che mi sembra voglia sottolineare la realtà materiale, concreta di quanto avvenuto sulla croce, “mediante la morte”. Lo straordinario volto nuovo della morte, come dice Giovanni, Gesù stesso ce lo ha spiegato, ad esempio con la stupenda immagine del chicco, che deve essere sepolto nel terreno e morire… per portare un grande frutto. – Gli effetti della riconciliazione qui sono indicati dalle parole: “per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili dinanzi a lui”. Ora possiamo stare ritti, in piena dignità, davanti a Lui perché resi santi, senza alcun biasimo o rimprovero (rendendo alla lettera “immacolati”) e “non più accusabili”(“irreprensibili”).