San_FrancescoMadonnaPovertaCaro Giovanni, sabato prossimo noi di Bologna festeggiamo il nostro Patrono San Petronio. E sta per iniziare la grande riunione di Roma dove parleranno di matrimonio e famiglia. Io che sono più vecchio di te ricordo bene gli anni in cui la nostra Chiesa, a fine Concilio, fu vivace e attenta su questi temi. Prova a dirci se possiamo pensare ad alcune linee essenziali per una riflessione seria, che tenga conto delle grandi difficoltà nelle quali si trovano molti nostri figli nella loro realtà famigliare. Che cosa possiamo dire e proporre? Grazie e buona domenica a te.

Caro amico che non riesco a riconoscere nella bella lettera che mi scrivi, provo a rispondere alla tua richiesta dopo avere un po’ pregato sulle Parole del Signore che ascolteremo nella Liturgia di S. Petronio. Riguardano la realtà ecclesiale, ma con osservazioni e indicazioni che mi sembrano interessanti e preziose anche per la questione che tu ci ricordi e di cui al Sinodo parleranno. Ti sia chiaro che qui posso solo segnalare qualche “titolo” della questione. Nella Messa di S. Petronio il Signore ci dice, attraverso il Profeta Isaia, che il Messia viene mandato in mezzo a noi per raccogliere intorno a Sé un popolo di povera gente. Come dice Papa Francesco, la Chiesa è nella sua sostanza profonda una Chiesa povera. I Cristiani sono povera gente che il Signore cerca, trova, raccoglie e salva. I poveri sono tali perché non hanno da mangiare, perché non sono liberi e non hanno pace. Sono poveri perché sono dei poveri peccatori. S. Paolo aggiunge che questi poveri che sono la Chiesa si aiutano tra loro: avendo ricevuto dal Signore il dono della salvezza, vivono tra loro una grande relazione di aiuto. La relazione d’amore che Dio ha stabilito con noi diventa il linguaggio profondo della vita tra noi. Infine l’Evangelista Matteo ci ricorda le Parole con le quali Gesù ci invita ad essere una comunità fraterna. Tra di noi nessuno si considera “maestro”, perché il solo maestro è Gesù e noi siamo tutti fratelli. Nessuno viene chiamato “padre”, perché uno solo è il Padre di tutti: il Padre di Gesù! E nessuno è “guida” degli altri, perché ciascuno e tutti abbiamo come guida Gesù stesso. È quello che speriamo di sentire proporre dalla grande assemblea romana. Ai miei fratelli di Parrocchia proporrò che nei giorni del Sinodo ognuno “adotti” una famiglia, e ogni giorno preghi in modo speciale per quella, e insegua con il suo affetto ciascuna di quelle persone. Con affetto, con tenerezza, con grande speranza e pace. E buona domenica a te e ai nostri lettori.

Don Giovanni.

Domenica 5 ottobre 2014