9 Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano reso. 10 E gridarono a gran voce:
«Fino a quando, Sovrano,
tu che sei santo e veritiero,
non farai giustizia
e non vendicherai il nostro sangue
contro gli abitanti della terra?».
11 Allora venne data a ciascuno di loro una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro.
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L’apertura dei sigilli rivela la realtà profonda della storia, che cosa veramente accada! Così, dopo l’immagine dei cavalli che mostravano le potenze mondane che dominano i popoli e le culture, e quindi segnano la vicenda di ogni uomo e donna della terra, ora ci viene data la presenza di coloro che, a causa della Parola di Dio e della loro testimonianza sono stati uccisi. La loro morte è assimilata alla Pasqua del Signore, e per questo essi sono “sotto l’altare”: la loro morte celebra la morte stessa di Gesù che è il nuovo eterno sacrificio per la salvezza dell’umanità.
La “vendetta” che essi chiedono alla giustizia divina non mi sembra si possa ridurre alla “condanna” degli uccisori. La vendetta di Dio è, prima di tutto, e soprattutto, la salvezza dell’umanità! E dunque, coloro che vengono chiamati “gli abitanti della terra” (ver.10), e che sono coloro contro i quali Dio farà giustizia, sono coloro che verranno salvati da Colui che hanno trafitto nella persona delle loro vittime. Tale è infatti la “giustizia” di Dio che è “santo e veritiero”. Così sarà vendicato da Dio stesso il sangue dei martiri.
La veste candida, che è segno del battesimo e della vita nuova, esprime compiutamente se stessa nel martirio. Perché viene chiesto loro di “pazientare ancora un poco”? Perché la vicenda di tutti coloro che “vengono uccisi come loro”, cioè che vengono condotti al martirio per il Cristo, celebra la Pasqua di Gesù. Si tratta dunque di un unico evento: la morte di tutti loro è sempre la Croce del Signore. Un unico evento, dunque. E’ molto bello che il verbo reso in italiano con “pazientare” sia quello che in Matteo 11,28 compare nell’invito di Gesù: “Venite a me, voi che siete affaticati e oppressi”, e viene tradotto con “io vi darò ristoro”! Ogni giorno, anche oggi, molti vengono portati a questa testimonianza suprema, e, secondo la tradizione dell’Oriente Cristiano, non solo coloro che esplicitamente vengono uccisi perché confessano il Signore Gesù, ma in ogni modo tutti quelli che muoiono nella sua stessa innocenza e mitezza, e sono quindi preziosa “ikona” della sua Pasqua.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.