12 E vidi, quando l’Agnello aprì il sesto sigillo, e vi fu un violento terremoto. Il sole divenne nero come un sacco di crine, la luna diventò tutta simile a sangue, 13 le stelle del cielo si abbatterono sopra la terra, come un albero di fichi, sbattuto dalla bufera, lascia cadere i frutti non ancora maturi. 14 Il cielo si ritirò come un rotolo che si avvolge, e tutti i monti e le isole furono smossi dal loro posto. 15 Allora i re della terra e i grandi, i comandanti, i ricchi e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti nelle caverne e fra le rupi dei monti; 16 e dicevano ai monti e alle rupi: «Cadete sopra di noi e nascondeteci dalla faccia di Colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello, 17 perché è venuto il grande giorno della loro ira, e chi può resistervi?».
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La domanda che sta al cuore della Parola che oggi riceviamo dalla bontà di Dio è questa? Come e da che cosa è provocato il grande sconvolgimento rivelato dal toglimento del sesto sigillo? E la risposta mi sembra si debba trovare in quello che abbiamo già ascoltato: esso nasce per la “crisi” che alle strutture della creazione e della storia è causato dai “martiri” che abbiamo incontrato e ascoltato nel testo precedente!
Il “mondo” non è più come prima, perché la realtà e la potenza di Dio, attraverso la testimonianza e l’immolazione dei suoi figli, segna la fine della vecchia creazione e delle vecchie strutture di peccato che dominavano la storia. Ora verranno “cieli nuovi e terra nuova”!
Mentre la prima creazione arretra, la vecchia storia entra nella sua crisi. Tale mi sembra il significato dei vers.15-16. A partire da “i re della terra e i grandi, i comandanti, i ricchi e i potenti, e infine, ogni uomo, schiavo o libero”(!!), tutto il mondo vecchio finisce. E’ il “giudizio” di “Colui che siede sul trono” è l’ora dell’ “ira dell’Agnello”, e nessuno può resistervi. La mite Pasqua di Gesù è il principio della nuova creazione e della nuova storia, libere dal dominio del male e della Morte.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Gli uomini tutti, dal potente allo schiavo, non possono far altro che fuggire, scomparire di fronte alla Presenza divina che si manifesta. Viene in mente il nostro progenitore Adamo, che cercò di nascondersi per sottrarsi all’incontro con Dio. E’ una paura che non ha più ragion d’essere, poiché abbiamo saputo e crediamo che Egli è solo misericordia e bontà. – Colpisce l’immagine dell'”ira dell’Agnello”: osserva una nota che essa contrasta con la caratteristica tipica dell’agnello, che è la mitezza, la mansuetudine. E al di là delle immagini apocalittiche qui usate, noi conosciamo bene i caratteri di Gesù, agnello di Dio che ha tolto, eliminato il “peccato del mondo” con il dono della sua vita.