4 Io piangevo molto, perché non fu trovato nessuno degno di aprire il libro e di guardarlo.
5 Uno degli anziani mi disse: «Non piangere; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli».
Seleziona Pagina
Tra piangere e non piangere. O meglio tra piangere e il comando di non piangere. Il credente è chiamato ad assumere in sé entrambe le situazioni: piangere per il dramma di morte che avvolge la storia, e ascoltare la voce che gli dice di non piangere. Perché “non piangere”? Perché “ha vinto il leone della tribù di Giuda”. Ed è Gesù, nell’adempiersi in lui della benedizione profetica di Genesi 49,8-10 che è bello oggi ascoltare. Lui è “il Germoglio di Davide”. Lui dunque “aprirà il libro e i suoi sette sigilli”.
Per questo bisogna piangere e non piangere: per come Lui ha vinto, entrando in tutto il dramma della storia, e facendosene partecipe fino alla morte di croce. Piangendo in questa storia e per questa storia, dove “nessuno è degno – o “capace” – di aprire il libro e di guardarlo. E così sarà fino all’irrisione dei capi che sotto la sua croce lo deridono e lo sfidano a scendere da essa. L’obbedienza di Gesù fino alla morte è assoluta. Senza sconti. Ma proprio per questo Egli “ha vinto”.
La semplice ipotesi del solo “non piangere” non si dà in Gesù, perché la sua vittoria sul male e sulla morte nasce dal suo aver assunto su di Sé tutto il dramma del male e della morte. La sua “passione” è la sua “com-passione”, la sua radicale e totale partecipazione al dramma della storia. Per questo Egli è “degno di aprire il libro”! A questo è chiamata ogni esistenza cristiana. Questa è la “testimonianza”: entrare nel pianto della storia con quella potenza d’amore che è l’unica possibile potenza capace di dare la vita e così vincere la morte. Così noi, poveri cristiani peccatori, eppure chiamati a piangere e insieme ad ascoltare e a comunicare la voce che dice di non piangere perché Gesù ha vinto.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Oggi francamente,mollando un pò le briglie,ho trovato molto interessante il pianto legato all’apertura del libro..
Non capendo bene se il pianto é più legato al contenuto del libro e agli avvenimenti futuri o al fatto che nessuno il libro era degno di aprirlo e guardarlo.
Comunque l’ho molto accostato al rapporto del cristiano con la Parola di Dio.
Possiamo sfogliare materialmente le nostre Bibbie nelle diverse edizioni cartacee..leggere..rileggere…
Ma aprirlo e guardarlo,scioglierne i sigilli…andare nelle profondità del Mistero,chi ne é degno?
Il leone di Giuda,il germoglio di Davide..
Lui ci apre il libro e ci scioglie i sigilli.
Non rimaniamo soli a piangere..Gesù ci porta con sé.
Anche se noi,come io spesso in questi giorni,non capiamo una mazza.
Ci porta Lui…non piangere!