1 E vidi, nella mano destra di Colui che sedeva sul trono, un libro scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli. 2 Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?». 3 Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra, era in grado di aprire il libro e di guardarlo.
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Non sono capace di assegnare un nome o un titolo al contenuto di questo “libro”. Segreto della storia? Senso e significato della creazione e della storia? Sua risoluzione e salvezza? Quello che sembra di poter cogliere in questa Parola, è che c’è un senso e un significato di tutto quello che esiste e che avviene. C’è dunque, malgrado tutto, un ordine. C’è un cammino e c’è un esito finale. C’è un progetto e quindi la sua attuazione….. Tutto questo è in mano a “Colui che sedeva sul trono”. E’ un libro tutto scritto e vi è scritto tutto.
Ed è “sigillato con sette sigilli”. In tutto questo mi pare di cogliere un punto fermo, accanto a quello che si poteva affermare circa l’esistenza di un ordine , di un senso e di un fine. Ed è che tutto questo non è aperto, non é “a disposizione”. Non è accessibile alle normali facoltà conoscitive e intellettive. E neppure alle potenze morali e spirituali: è, appunto, “sigillato”. La domanda dell’angelo forte al ver.2 chiede chi sia “degno di aprire il libro e di scioglierne i sigilli”. Il termine degno indica non solo e forse non tanto una dignità “etica”, ma anche e forse prima di tutto una “adeguatezza”: chi è adeguato ad aprire il libro e a scioglierne i sigilli?
La risposta del ver.3 è assoluta: nessuno! L’impossibilità comprende tutte le potenze umane e sovrumane, e infernali: “né in cielo, né in terra, né sotto terra”. Questa affermazione è di importanza decisiva per la nostra fede. Quello che non si può capire, ottenere, conquistare … lo si può solo – eventualmente! – ricevere. Da qui la categoria fondamentale per la fede ebraico-cristiana: il dono. La Grazia.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Collocato subito dopo il cap. 4, teso all’adorazione e glorificazione dell’unico Dio creatore e signore di tutto, il testo di oggi mi fa pensare che il libro nella mano di Dio contenga proprio la Sua Parola creatrice, che dice la Sua signoria su tutta la creazione e che di essa è il senso e il compimento. Tutto ciò non è disponibile ad alcuna potenza mondana. Questa “rivelazione” sconvolgente, ai tempi di Giovanni negava la pretesa divinità del potere imperiale e il suo diritto di dominio assoluto sulle persone e sui popoli, mentre ai nostri tempi ancora afferma la vanità dei poteri forti finanziari, politici e militari: l’umanità non è nelle loro mani e a noi è chiesto di non prostrarci ad essi per adorarli.