15 Colui che mi parlava aveva come misura una canna d’oro per misurare la città, le sue porte e le sue mura. 16 La città è a forma di quadrato: la sua lunghezza è uguale alla larghezza. L’angelo misurò la città con la canna: sono dodicimila stadi; la lunghezza, la larghezza e l’altezza sono uguali. 17 Ne misurò anche le mura: sono alte centoquarantaquattro braccia, secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata dall’angelo. 18 Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo. 19 I basamenti delle mura della città sono adorni di ogni specie di pietre preziose. Il primo basamento è di diaspro, il secondo di zaffìro, il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo, 20 il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, l’ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l’undicesimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. 21 E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta era formata da una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente.
Apocalisse 21,15-21

La mia attenzione è stata richiamata soprattutto verso questa “misurazione”. Terminologia molto rara nel Nuovo Testamento, si trova un versetto prezioso in Giovanni: “Colui che Dio ha mandato dice le Parole di Dio: senza misura Egli dà lo Spirito”. Dunque, una misura “fuori misura”. Il che è confermato da Efesini 3,17-18, dove l’Apostolo afferma che solo la fede è in grado di far comprendere l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza. Dunque è la misurazione di una realtà e di una storia “fuori misura”, in incessante crescita e in quotidiana novità! Noi sperimentiamo tutto questo nel nostro piccolo rapporto quotidiano con la Parola di Dio. Da una parte bisogna “misurare” con cura, e con l’aiuto di Dio; cioè bisogna accogliere con rigore, attenzione e oggettività la Parola. E questa “misura” ci porta ogni giorno a constatare quanto il mistero del Signore si dilati, si illumini, si comunichi in incessante novità! La Parola non può mai essere “risaputa”, e ogni giorno suscita in noi la meraviglia! Non può essere una misura presa una volta per tutte. Non può essere una definizione stabile e statica. Non può essere un “catechismo” di domande e di risposte sempre uguali, perché la Parola incessantemente visita la storia, vi si immerge, e in essa assume tonalità e indirizzi sempre nuovi. Parola antica e sempre nuova. E quindi una misurazione rigorosa, ma dinamica! Attenta al rapporto vivo tra il Signore e la realtà della storia di ciascuno e di tutti. La fissità di una “legge naturale” non è adatta per entrare nel mistero di Dio. Così propongo l’ascolto del ver.15.
Per il resto, mi sembra affascinante il catalogo di queste preziosa “pietre”, a me in gran parte sconosciute, fino alla “perla” unica e preziosa di cui si è andati in cerca, e quando la si è trovata, si rinuncia a tutto per poterla avere.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.