9 Ho scritto qualche parola alla Chiesa, ma Diòtrefe, che ambisce il primo posto tra loro, non ci vuole accogliere. 10 Per questo, se verrò, gli rinfaccerò le cose che va facendo, sparlando di noi con discorsi maligni. Non contento di questo, non riceve i fratelli e impedisce di farlo a quelli che lo vorrebbero e li scaccia dalla Chiesa. 11 Carissimo, non imitare il male, ma il bene. Chi fa il bene è da Dio; chi fa il male non ha veduto Dio.
12 A Demetrio tutti danno testimonianza, anche la stessa verità; anche noi gli diamo testimonianza e tu sai che la nostra testimonianza è veritiera.
13 Molte cose avrei da scriverti, ma non voglio farlo con inchiostro e penna. 14 Spero però di vederti presto e parleremo a viva voce. 15 La pace sia con te. Gli amici ti salutano. Saluta gli amici a uno a uno.

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Il caso di questo Diòtrefe ci ricorda che come il Figlio di Dio è stato consegnato dal Padre alla povertà della vicenda umana, così è per la Chiesa, esposta incessantemente alla fragilità delle persone e alla violenza dei loro peccati. In tal senso essa non ha e non offre garanzie di giustizia e di verità. Come è sbagliato “santificarla” ad ogni costo, così è sbagliato scandalizzarsi per i limiti e le colpe di chi ne fa parte. Qui però viene segnalata una situazione particolarmente grave perchè questo personaggio rischia di riprodurre e insieme di giustificare la logica delle competizioni mondane: ambizione di primeggiare, chiusura verso gli altri, aggressività e ingiustizia verbale, non accoglienza ma esclusione dei fratelli. Così i vers.9-10.
Per questo Giovanni sembra invitare Gaio a non mettersi nella stessa logica, rispondendo con il male al male, ma di affidarsi alla forza del bene, con la serena certezza che sarà Dio stesso a manifestarsi in quel bene che da Lui proviene. Il miglior modo per rispondere a parole e atteggiamenti cattivi è dunque quel “fare il bene” che “è da Dio”(ver.11).
Nella comunità ecclesiale è presente anche il dono di persone positive, come Demetrio di cui ci parla il ver.12, e al quale tutti rendono testimonianza, e al quale dà testimonianza il suo stesso operare. Giovanni vuole unirsi a questo plauso con la sua autorevole testimonianza di responsabile della chiesa.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.