2 Salomone allora convocò in assemblea a Gerusalemme gli anziani d’Israele e tutti i capitribù, i prìncipi dei casati degli Israeliti, per far salire l’arca dell’alleanza del Signore dalla Città di Davide, cioè da Sion. 3 Si radunarono presso il re tutti gli Israeliti nel settimo mese, durante la festa. 4 Quando furono giunti tutti gli anziani d’Israele, i leviti sollevarono l’arca 5 e fecero salire l’arca, con la tenda del convegno e con tutti gli oggetti sacri che erano nella tenda; li facevano salire i sacerdoti leviti. 6 Il re Salomone e tutta la comunità d’Israele, convenuta presso di lui, immolavano davanti all’arca pecore e giovenchi, che non si potevano contare né si potevano calcolare per la quantità. 7 I sacerdoti introdussero l’arca dell’alleanza del Signore al suo posto nel sacrario del tempio, nel Santo dei Santi, sotto le ali dei cherubini. 8 Difatti i cherubini stendevano le ali sul luogo dell’arca; i cherubini, cioè, coprivano l’arca e le sue stanghe dall’alto. 9 Le stanghe sporgevano e le punte delle stanghe si vedevano dall’arca di fronte al sacrario, ma non si vedevano di fuori. Vi è rimasta fino ad oggi. 10 Nell’arca non c’era nulla se non le due tavole, che vi aveva posto Mosè sull’Oreb, dove il Signore concluse l’alleanza con gli Israeliti quando uscirono dall’Egitto.
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La Parola che oggi il Signore ci regala unisce questa liturgia di inaugurazione del Tempio con le antiche vicende dell’Esodo, e sembra volerlo fare con intenzione. Il tempo è quello della festa delle capanne – “nel settimo mese, durante la festa” (ver.3) – e tutto il popolo viene convocato (vers.1-2). Il piccolo tratto di cammino dalla Città di Davide al Tempio evoca il cammino nel deserto verso la Terra Promessa, e tra gli oggetti che vengono fatti salire verso il Tempio c’è quella “tenda del convegno” che era la tenda dell’arca durante il cammino nel deserto (ver.5). Mi chiedo se in queste precisazioni che evocano l’esodo non si debba leggere una preoccupazione, e cioè che si rischi di imprigionare e di irrigidire la fede perdendone la potenza di guida della storia del popolo: il cammino continua!
I cherubini che con le ali coprono e proteggono l’arca dell’alleanza mi sembrano il segno della misericordia divina che dice la presenza del Signore con quel dono della Parola – le tavole contenute nell’arca stessa! – dono supremo del Dio di Israele che crea e guida la storia del suo popolo. Così i vers.7-8. E a questo punto vengono nominate le “stanghe”: servono per i trasporto nel viaggio. Ma adesso l’arca viene collocata “al suo posto nel sacrario del Tempio” (ver.7). Dunque le stanghe non servono più! Perché allora queste osservazioni minute e insistenti, ai vers.8-9, dove peraltro si dice esplicitamente che in quel luogo l’arca “vi è rimasta fino ad oggi”. Penso quindi ad una precisazione non secondaria: il Tempio non può essere la fine del viaggio guidato dalla Parola di Dio!
Infatti, “nell’arca non c’era nulla se non le due tavole, che vi aveva posto Mosè sull’Oreb, dove il Signore concluse l’alleanza con gli israeliti quando uscirono dall’Egitto” (ver10). Questa Parola meravigliosa ci dice la perfetta attualità, non solo tra i tempi del deserto e l’inaugurazione del Tempio di Gerusalemme, ma anche, e per noi “principalmente”, con il tempo di oggi (!!), di questo momento nel quale la Parola di Dio ci chiama e ci conduce nella via della salvezza e della pace. Altre memorie bibliche dicevano presenti accanto all’arca anche altri oggetti, come un vaso di manna e la verga fiorita di Aronne, ma questa Parola vi dice presente solo …la Parola! Alla fine nel Santo dei Santi non ci sarà più niente, neppure le tavole, andate perse nelle distruzioni e negli esili. Per noi discepoli di Gesù, poveri peccatori, le tavole della Legge sono fluite nella Persona, nella Parola e nella Pasqua di Gesù. Anche ieri sera qualcuno lamentava la povertà e la rigidità astratta della predicazione di noi preti.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Grazie delle osservazioni puntuali e della ricchezza che questa Parola trasmette anche a noi oggi. M.Paola PFA
Si trasportano nel Santo dei Santi tre oggetti carichi di memoria e di significato; con grande solennità e festosità, come si fa per cose importanti, preziose. In questo luogo santo ci sono così l’arca dell’alleanza, la tenda del convegno e le tavole della legge. La tenda, segno della presenza di Dio tra i suoi nel deserto; l’arca, segno del suo camminare con loro; la legge che indica il sentiero da percorrere… In Gesù i tre segni si sono attuati in pienezza: egli è la tenda di Dio tra le nostre case; è lui stesso il cammino che dobbiamo percorrere e sua è la Parola che, giorno dopo giorno, alimenta e indirizza il nostro cammino di uomini (e sappiamo che lo orienta verso gli altri, nei percorsi della vita).