2 Accoglieteci nei vostri cuori! A nessuno abbiamo fatto ingiustizia, nessuno abbiamo danneggiato, nessuno abbiamo sfruttato. 3 Non dico questo per condannare; infatti vi ho già detto che siete nel nostro cuore, per morire insieme e insieme vivere. 4 Sono molto franco con voi e ho molto da vantarmi di voi. Sono pieno di consolazione, pervaso di gioia in ogni nostra tribolazione.
5 Infatti, da quando siamo giunti in Macedonia, il nostro corpo non ha avuto sollievo alcuno, ma da ogni parte siamo tribolati: battaglie all’esterno, timori all’interno. 6 Ma Dio, che consola gli afflitti, ci ha consolati con la venuta di Tito; 7 non solo con la sua venuta, ma con la consolazione che ha ricevuto da voi. Egli ci ha annunciato il vostro desiderio, il vostro dolore, il vostro affetto per me, cosicché la mia gioia si è ancora accresciuta.
2Corinzi 7,2-7

Bella questa richiesta affettuosa di essere accolto (ver.2): “Accoglieteci nei vostri cuori!”.
Paolo riconferma il suo atteggiamento ricco di affetto verso i suoi fratelli e figli! Non lo fa per rivendicare o per condannare!
Il senso profondo della Parola che egli rivolge ai Corinti, e che il Signore oggi regala a noi, mi sembra essere una riflessione-meditazione straordinaria che medita sull’evento meraviglioso del loro incontro e della comunione che li unisce: “siete nel nostro cuore, per morire insieme e insieme vivere” (ver.3).
Notiamo quest’ultima affermazione, che magari noi diremmo ‘il vivere insieme e il morire insieme’. Invece, Paolo parla di in morire insieme e di un vivere insieme! Si cammina insieme non verso la morte ma verso la pienezza della vita. E’ dunque, sempre Pasqua!
Ed è così che l’Apostolo descrive ai suoi figli la sua vicenda in mezzo a loro: “Sono pieno di consolazione, pervaso di gioia in ogni nostra tribolazione” (ver.4).
Dove si vive con stupore e meraviglia la consolazione? Nella tribolazione!!
Dove la prova dell’esistenza si fa più drammatica e dolorosa, lì meravigliosamente nasce e fiorisce la suprema consolazione dell’amore!
Paolo ricorda come evento supremo di tale consolazione la venuta di Tito, che appunto gli ha portato notizie dell’affetto dei Corinti.
Per questo, dice l’Apostolo: “Dio ci ha consolati non solo con la venuta di Tito, ma con la consolazione che ha ricevuto da voi. Egli ci ha annunciato il vostro desiderio, il vostro dolore, il vostro affetto per me, cosicchè la mia gioia si è ancora accresciuta” (ver.6).
Per questo, la grande tribolazione di Paolo (ver.5) è fluita in una più grande gioia: “La mia gioia si è ancora accresciuta” (ver.7).
Penso che ognuno di noi oggi si possa almeno un po’ riconoscere in questi sentimenti profondi!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Dalla bella richiesta di Paolo,“Accoglieteci nei vostri cuori”(Fateci posto, fateci largo nei vostri cuori – traducono altri), siamo spinti anche noi a praticare, a sperimentare una calda, interiore accoglienza reciproca. Come pure a voler essere gli uni per gli altri motivo di gioia, secondo quanto leggiamo di Paolo e dei Corinti: l’animo dell’apostolo è pervaso da una gioia sovrabbondante! Oltre alla gioia, vi è anche la consolazione: non si tratta solo di parole di conforto; Paolo è consolato dal fatto che le cause che lo intristivano e addoloravano sono state rimosse e superate. La grandezza della “consolazione” si evidenzia dal fatto che essa è una proprietà di Dio: è Dio che consola gli afflitti, i poveri “tapini” – come dice il greco – e sicuramente tutti noi, che ne abbiamo bisogno.