6 il quale anche ci ha resi capaci di essere ministri di una nuova alleanza, non della lettera, ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito invece dà vita.
7 Se il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu avvolto di gloria al punto che i figli d’Israele non potevano fissare il volto di Mosè a causa dello splendore effimero del suo volto, 8 quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito? 9 Se già il ministero che porta alla condanna fu glorioso, molto di più abbonda di gloria il ministero che porta alla giustizia. 10 Anzi, ciò che fu glorioso sotto quell’aspetto, non lo è più, a causa di questa gloria incomparabile. 11 Se dunque ciò che era effimero fu glorioso, molto più lo sarà ciò che è duraturo.
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Il ver.6 si ripropone oggi come esordio della Parola che il Signore ci regala. Sento il bisogno di affermare subito l’importanza e insieme la delicatezza di questo versetto! Esso afferma che Dio “ci reso capaci di essere ministri di una nuova alleanza…”: voglio dire che non è detto che poi noi sempre vogliamo e sappiamo essere fedeli a questa “alleanza dello Spirito”! Anche noi, purtroppo siamo stati e siamo molte volte legati alla “lettera che uccide” e non “allo Spirito che dà la vita”!
Anche i nostri fratelli ebrei ben conoscono questa via dello Spirito! Cito per questo il testo di Osea 11 che abbiamo celebrato oggi nella preghiera del Mattutino: se avete tempo, dategli un’occhiata; siamo al cuore di quello che Papa Francesco insegna e attua nel suo ministero!
Detto questo, certamente noi siamo infinitamente grati al Padre che ha mandato tra noi il suo Figlio Gesù a donarci il suo Spirito che ci consente in pienezza di esercitare questo “glorioso ministero dello Spirito” (ver.8), che “porta alla giustizia” (ver.9) e non “alla condanna” (ver.9).
Dunque, ad una lettura che vede rigidamente due tempi, preferisco un’attenzione umile e sapiente, che consideri come sempre abbiamo la responsabilità di orientarci e di accogliere questo ministero dello Spirito.
Ed è appunto in Gesù che abbiamo ricevuto il dono del suo Spirito e quindi la sovrabbondanza di gloria del ministero che porta alla giustizia.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Due termini attirano la mia attenzione: lettera e gloria. Quanto alla prima, mentre nella bella immagine dei versetti precedenti “lettera” era l’epistola, il messaggio di Cristo scritto da Dio nei nostri cuori, ora per “lettera” si intende il testo scritto, in particolare della antica Legge mosaica. Attenti! – ci avverte l’Apostolo – poiché “la lettera uccide, lo Spirito invece dà vita”. – Il secondo termine è “la gloria”: la gloria divina che avvolge il volto di Mosè e la sua “diaconia” e ancor più la diaconia della Nuova Alleanza. La gloria è la manifestazione della realtà di Dio; Egli è amore…, perciò la gloria è la manifestazione dell’amore divino, che è stata massima in Gesù e che prosegue – ci auguriamo – nel nostro piccolo “servizio”, nella nostra quotidiana diaconia.