1 Se soltanto poteste sopportare un po’ di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi sopportate. 2 Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina: vi ho promessi infatti a un unico sposo, per presentarvi a Cristo come vergine casta. 3 Temo però che, come il serpente con la sua malizia sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicità e purezza nei riguardi di Cristo. 4 Infatti, se il primo venuto vi predica un Gesù diverso da quello che vi abbiamo predicato noi, o se ricevete uno spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un altro vangelo che non avete ancora sentito, voi siete ben disposti ad accettarlo. 5 Ora, io ritengo di non essere in nulla inferiore a questi superapostoli! 6 E se anche sono un profano nell’arte del parlare, non lo sono però nella dottrina, come abbiamo dimostrato in tutto e per tutto davanti a voi.
2Corinzi 11,1-6

E’ potente l’enfasi del ver.1! Come a dire: “vi voglio un bene pazzo!”. La “pazzia” è quella di fare della comunità cristiana il simbolo e l’immagine della fidanzata e della sposa da presentare al Signore! Simbolo e immagine che accompagna e guida la fede di Israele e quella della comunità cristiana!
Ed è la forza di questa immagine a riempire l’Apostolo “di gelosia divina”, dove la gelosia stessa dello Sposo Signore viene condivisa e assunta da chi ne è testimone e annunciatore appassionato!
Addirittura, egli sembra assumere la figura di un padre che, dice Paolo ai Corinti, “vi ho promessi infatti ad un unico sposo, per presentarvi a Cristo come vergine casta”.
Dove la castità è l’integrità della fede, libera da ogni altro legame e profanazione.
L’immagine biblica che Paolo cita è quella primordiale della donna ingannata e sedotta dal serpente (Genesi 3).
Paolo riconosce la “semplicità e purezza” della fede e del pensiero dei Corinti, ma proprio per questo teme il loro traviamento “dalla semplicità e purezza nei riguardi di Cristo”.
Egli li vede fragili, ed esposti a ricevere “un Gesù diverso da quello che vi abbiamo predicato … uno spirito diverso … un altro vangelo” (ver.4).
Qui egli riprende il tema della sua presunta inferiorità “nell’arte del parlare” (ver.6) e ribadisce l’autenticità, la validità e la pienezza della dottrina e dell’insegnamento che egli ha dato loro.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
La sorpresa di oggi è la “gelosia divina” che esplode nell’animo di Paolo, poiché egli vuole consegnare la comunità dei credenti come sposa al suo unico Signore: “Vi ho promessi infatti a un unico sposo – afferma – per presentarvi a Cristo come vergine casta”. E’ bello che l’immagine dell’unione tra il Signore e i credenti non sia presa nel campo religioso, dal mondo del sacro, ma dalla realtà umana, ben vissuta e sperimentata dagli uomini. Una unione sponsale fondata sull’amore e sul dono reciproco. – Importante anche il forte richiamo a non seguire “un Gesù diverso”, “uno spirito diverso” o “un altro Vangelo” se non quelli genuinamente e autenticamente ricevuti.