1 Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, 2 di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.
3 Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti verrà l’apostasia e si rivelerà l’uomo dell’iniquità, il figlio della perdizione, 4 l’avversario, colui che s’innalza sopra ogni essere chiamato e adorato come Dio, fino a insediarsi nel tempio di Dio, pretendendo di essere Dio.
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Mi dà molta gioia il ver.1 che ci parla della venuta del Signore e del nostro “radunarci con lui”: contro tutte le mie “paure apocalittiche” mi ricorda quel “culmine” del volto quotidiano della nostra vita, quando il Signore, nella dolce potenza del suo Spirito, viene per radunarci con lui! Nel mistero e nel supremo dono quotidiano della Divina Liturgia, come anche in tutti i momenti di una piccola memoria, di una breve preghiera del cuore…è sempre questa esperienza della vera Apocalisse a proclamare che il tempo si è fatto breve e che il Regno non è più lontano, ma vicino, presente!.
Per questo – e proprio per questo quotidiano incontro con il Signore della Pasqua – è molto importante non lasciarsi confondere le mente e allarmare da ispirazioni e da discorsi che, al di fuori dell’incontro sereno con la Parola di Dio, si autopresentano come l’ultima parola o l’evento verso cui convergere, o la proposta, o il metodo, o l’opera cui piegare tutta la propria vita…I movimentismi e le accentuazioni che ne derivano, spesso intrise di grandi e vani “culti della personalità” tanto vani quanto dannosi, deviano dalla vera vigilanza e dalla vera attesa del Signore che viene. E’ interessante il caso che Paolo fa circa “qualche lettera fatta passare come nostra”, come dice al ver.2. E’ vero che ogni tanto salta fuori qualche parola di qualcuno che pretende di essere la più nuova e la più giusta. Ma noi cerchiamo di rimanere immersi in quella Parola che la Madre Chiesa ogni giorno ci offre e ci propone come l’unica Parola di Dio e la vera sua Parola. E’ questa Parola ascoltata e celebrata nella fede il vero “giorno del Signore ..già presente”.
Ai vers.3-4 l’osservazione si sposta verso la storia nella quale viviamo, una storia sovente visitata, invasa e violentemente disturbata da autoidolatrie inique e causa di perdizione. Degli ultimi tempi bisogna temere non tanto la caduta della “religione”, quanto l’insorgere di religioni demoniache che pretendono e tentano di imporre l’adorazione che solo a Dio si deve. La nostra umile vita di cristiani peccatori esperti della misericordia di Dio Padre nel suo Figlio Gesù è chiamata a resistere di fronte a seduzioni idolatriche e a personaggi e a fatti che pretendono “di essere Dio”(ver.4). E’ un po’ il pensiero che mi viene ogni tanto osservando lo spettacolo di centinaia di automobili parcheggiate davanti ai grandi mercati dell’abbigliamento e della moda: è il modo oggi proposto per passare bene la domenica. Però, niente paura: non è questa la vera Apocalisse. Non è questa l’ultima “Parola”. Questa è sempre la Parola che nella sua bontà infinita anche oggi il Signore ci regala.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Bello il commento Giovanni! Aggiungo solo un pensiero.
Sono anche io conquistato oggi dal termine “riunioni con Lui”. Nel NT c’è solo in Eb 10,25. Riunione cioè Eucarestia dove ascoltiamo la Parola e celebriamo la sua Pasqua. Nel Vangelo di oggi Gesù è in riunione con i discepoli e chiama addirittura “madre” e “fratelli” quelli che ascoltano la Parola di Dio. Quale intimità, quale familiarità più grande di questa? Lo riporto per intero:
Lc 8,19-21 “andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. 20 Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti». 21 Ma egli rispose: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
Le note ci avvertono che siamo di fronte alla cosiddetta “apocalisse paolina”, un brano difficile e insieme di grande interesse. Per nostra “buona sorte”, c’è don Giovanni che ci commenta anche le pagine più difficili. Io mi fermo alle prime parole: “Riguardo alla venuta del Signore e al nostro radunarci con lui…”. Eccoci di fronte alla “parusia” del Signore: è il suo essere presente, il suo presentarsi, il suo venire; e questo, insieme alla nostra “episunagoghé”, il raccoglierci, radunarci insieme, unirci con Lui: quando daremo vita alla nuova ed ultima sinagoga, nel regno del Padre. Motivo di grande fiducia e gioia, nonostante il mistero dell’iniquità e dell’apostasia, di cui nei versetti seguenti.
2 Tessalonicesi 2:1-4 Rispetto all’atteso ritorno del Signore, Paolo è molto sicuro che il giorno non è così vicino, come i Tessalonicesi potrebbero pensare. La sua sicurezza gli deriva dalla Scrittura, di cui cita oggi molti passi. Queste cose, che sono un mistero, vengono in qualche modo rivelate dalla Scrittura; non attenendosi ad essa è molto facile venire turbati e sconvolti. Prima del giorno del Signore, c’è un passaggio obbligato, ed è la rivelazione, lo svelamento, di colui che si contrappone e si innalza contro chi è Dio. Anche quando Gesù parla ai suoi prima della sua ormai prossima Passione, dice loro che prima della fine deve mostrarsi ” l’abominio della desolazione, che starà là dove non conviene ” (Mc 13:14). E’ anche una messa in guardia contro ciò che si insinua nel nostro cuore, ogni tentazione grave di custodire un pensiero nemico nel cuore, che non vuole che noi siamo completamente del Signore. E’ indicato oggi un “contrapporsi” e un “voler stare sopra” a Dio. Questo lo si può ritrovare anche nel nostro cuore: se non c’è l’amore, c’è questo sentimento negativo: il volere essere sopra a tutto e sopra a tutti, e anche sopra a Dio. Paolo mette in guardia i suoi fratelli a non lasciarsi “confondere e turbare” da ispirazioni, parole o lettere, che passino per un suo autentico evangelico messaggio. Dunque come nel Vangelo il Signore ci ammoniva che ci saranno parole e accadimenti cosmici e politici, capaci di “confondere e turbare”, così oggi ci viene detto che non solo tali fatti, ma anche la loro interpretazione e le parole che si di essi si spendono, se sono lontane dal genuino vangelo, possono ugualmente esercitare una azione negativa sui credenti e distoglierli dalla vigilante e pacifica attesa del Signore.