4,1 Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: 2 annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. 3 Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, 4 rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. 5 Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero.
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Penso che diversi lettori di questo fogliettino possano condividere facilmente la mia emozione davanti ai versetti che oggi il Signore ci regala. Sempre, di fatto, la parola di Dio ci impressiona per la sua perfetta attualità; anzi, per la sua forza profetica! “Ti scongiuro”, dice al ver.1. Forse non è una versione “scientifica” del termine greco, ma possiamo accettarla per la sua forza imperiosa e per come la parola coinvolge ugualmente chi la pronuncia e chi la riceve.
La scommessa è in ogni modo altissima. Paolo non esita a collegare l’annuncio della Parola, e l’urgenza di questo, al giudizio divino universale – “verrà a giudicare i vivi e i morti” – e all’epifania finale e gloriosa della sua regalità su tutto e su tutti. L’annuncio della Parola “è già” la manifestazione di questo giudizio e di questa regalità! E Paolo non nasconde il fatto che questo supremo evento divino si immerge nella povertà e nella complessità della vicenda umana. E’ diventata addirittura proverbiale l’ingiunzione a predicare “opportune, importune”, dove l’occasione non opportuna sembra indicare sia luoghi, sia tempi, che di per sé non sarebbero quelli propri di una parola sacra. Ma questa è l’urgenza, e questa è la bellezza, della parola di Dio dalle labbra del Signore Gesù e dal nostro dover essere sua voce e luogo della sua manifestazione, pur con i limiti terribili delle nostre persone. La Parola deve essere annunciata in ogni tempo e in ogni modo, e a tutti, perchè tutti hanno bisogno di essere salvati e tutti sono figli di Dio, salvati dal sangue di Gesù Cristo. Sempre al ver.2 è bellissimo l’intreccio e il contrasto tra l’impeto e la severità dei verbi “annunzia, insisti…ammonisci, rimprovera, esorta”, e la positività forte dell’animo dell’annunciatore: “con ogni magnanimità e dottrina”. Questa è la vera forza dell’annuncio cristiano.
In questa prospettiva, mi sembra bene ricevere i vers.3-4 non solo e non tanto come la caratteristica dei tempi di Paolo e dei tempi nostri, ma come il proprio della mondanità, e di una mondanità che inevitabilmente si insinua anche nella comunità credente; così penso si debbano intendere questi versetti. Di fronte a queste grandi difficoltà, Timoteo dovrà muoversi secondo l’immensa bellezza e forza del suo compito: vigilare su tutto e tutti, celebrare qui la sua passione, compiere la sua opera di evangelizzazione, portare a pienezza la sua diaconia per il Vangelo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
In ogni occasione opportuna e inopportuna: ad esempio, facendosi,
come Paolo, tutto a tutti.
In ogni occasione opportuna e inopportuna: per la fede nella potenza della Parola di Dio, già proclamata nel libro del profeta Isaia: “Così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non tornerà a me senza effetto, senza avere operato ciò che desidero e senza avere compiuto ciò per cui l’ho mandata”.
In ogni occasione opportuna e inopportuna: perchè i giorni sono
cattivi e vanno riscattati; per cui nessun giorno deve essere privato
della parola redentrice, “ascoltino o non ascoltino”.
In ogni occasione opportuna e inopportuna: perchè solo la Parola
rimane: “I cieli e la terra passeranno, ma la mia parola non passerà”
Impressiona anche me la forza dell’appello di Paolo: ti scongiuro annunzia la Parola!
Cosa vuol dire annunziare la Parola per noi, per me che vivo qui a Geruslemme dove molti hanno dimestichezza con il libro sacro e ognuno e’ ben arroccato nella sua casa? Fare omelie, scrivere commenti sui blog, scambiare qualche pensiero con Lorenzo?
Mi e’ piaciuto l’ultimo versetto che in latino suona cosi’: Tu vero vigila in omnibus, labora, opus fac evangelistae, ministerium tuum imple. Fai l’opera di evangelista e porta a pienezza il tuo ministero.