1 Intanto il Maccabeo e i suoi uomini, guidati dal Signore, rioccuparono il tempio e la città 2 e distrussero gli altari innalzati dagli stranieri sulle piazze e i recinti sacri. 3 Purificarono il tempio e vi costruirono un altro altare; poi, facendo scintille con le pietre, ne trassero il fuoco e offrirono sacrifici, dopo un’interruzione di due anni e prepararono l’altare degli incensi, le lampade e l’offerta dei pani. 4 Fatto ciò, prostrati a terra, supplicarono il Signore di non farli più incorrere in quei mali ma, qualora peccassero di nuovo, di venire da lui corretti con clemenza, e non abbandonati in mano a un popolo di barbari e bestemmiatori. 5 La purificazione del tempio avvenne nello stesso giorno in cui gli stranieri l’avevano profanato, il venticinque dello stesso mese, cioè di Chisleu. 6 Con gioia passarono otto giorni come nella festa delle Capanne, ricordando come poco tempo prima avevano passato la festa delle Capanne dispersi sui monti e nelle caverne come animali selvatici. 7 Perciò, tenendo in mano bastoni ornati, rami verdi e palme, innalzavano inni a colui che li aveva felicemente condotti alla purificazione del suo proprio tempio. 8 Poi con pubblico editto, confermato da una deliberazione comune, decretarono che tutta la nazione dei Giudei celebrasse ogni anno questi giorni.
2 Maccabei 10,1-8

Giuda Maccabeo e i suoi uomini rioccupano il tempio e lo “purificano”: nuovo altare, nuovo fuoco, altare degli incensi, lampade, offerta dei sacrifici e dei pani. Ma ecco la parte più importante: “Prostrati a terra, supplicarono il Signore di non farli più incorrere in quei mali ma, qualora peccassero di nuovo, di venire da lui corretti con clemenza, e non abbandonati in mano a un popolo di barbari…”(v.4). Bello il contrasto tra il ricordo della festa delle Capanne celebrata “sui monti e nelle caverne come animali selvatici” e la festa attuale, nella gioia, cantando inni e con tutti gli ornamenti tradizionali (vv.6-7). – Il tempio era al centro della pratica religiosa di Israele. Con Gesù però questa “religione del tempio” trova la sua fine: Egli non purifica il tempio, come a volte diciamo, ma lo elimina, sostituendolo con quel santuario di Dio che è lui stesso, la sua persona. “Con Gesù il santuario di Dio, cioè dove Dio manifesta la sua gloria, dove Dio manifesta la sua potenza, il suo amore, non sarà più un luogo costruito dall’uomo, ma l’uomo stesso.
Non c’è altro santuario che Gesù e la comunità che con lui si mette in cammino verso gli uomini”(A. Maggi). “Il vero tempio dedicato a Dio siamo noi che formiamo il nuovo popolo dell’Alleanza stipulata nel sangue di Cristo Gesù”(suor G. Pisano).