18 Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. 19 È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. 20 Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. 21 Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio.

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Il “tutto questo” che viene da Dio secondo il ver.18 è quella “creatura nuova” che il ver.17 annunciava. Come si è compiuto questo rinnovamento radicale ? Il nostro brano di oggi, anch’esso di potenza straordinaria, ricorda con una rapidissima sintesi, l’opera compiuta da Dio in Gesù Cristo. Dio è l’unico assoluto protagonista di questa memoria della salvezza; il Cristo stesso è presente non come “attore” della salvezza, ma nella sua assoluta e feconda obbedienza all’opera del Padre. Protagonisti relativi e subordinati sono se mai quei “noi” che si riferisce alla missione apostolica di annuncio della salvezza.
I termini “riconciliare” e “riconciliazione” dominano tutta il testo. Dio dunque è il grande protagonista di quest’opera che viene affidata agli annunciatori del Vangelo come “ministero di riconciliazione”(ver.18) e come “parola di riconciliazione”(ver.19). Peraltro, il vero annunciatore-facitore della riconciliazione è il Cristo stesso, in quanto Dio ha agito “mediante Cristo”(ver.18), “in Cristo”(ver.19); e gli apostoli sono “ambasciatori per Cristo”, mandati in grande potenza-potere, “come se Dio esortasse per mezzo nostro”(ver.20); ed è quindi “in nome di Cristo” che essi supplicano coloro ai quali sono mandati:”Lasciatevi riconciliare con Dio”.
Tutto questo si raccoglie nell’avvenimento Pasquale. Non si può peraltro parlare della Pasqua del Figlio di Dio senza comprendere in questo il mistero della sua incarnazione. Quando il ver.21 dice – non nella forma attenuata scelta dalla versione italiana “Dio lo trattò da peccato” – “Dio lo fece peccato”(!!), mi pare voglia cogliere l’intera opera del Signore a partire appunto dal suo “farsi carne” sino alla sua morte innocente e redentrice. Dio, “non imputando agli uomini le loro colpe”, ha riconciliato a Sè il mondo “in Cristo”, cioè attraverso il suo sacrificio d’amore.
Ora quindi il senso profondo di tutta la testimonianza apostolica si raccoglie nella supplicante esortazione:”Lasciatevi riconciliare (alla lettera “riconciliatevi”) con Dio” (ver.20). Tale riconciliazione si compie con l’accoglienza umile e piena della Parola di Dio che opera in ognuno la salvezza, cioè immerge l’umanità nella potenza salvifica della morte e risurrezione del Signore Gesù. Queste ultime note non vogliono essere un’ “aggiunta” per dire che l’opera della salvezza è condizionata all’accoglienza dell’uomo. Anche questa accoglienza infatti verrà sempre intesa e vissuta come dono di Dio, e non come merito dell’uomo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
La forza, la verità e l’efficacia di questi bellissimi “diaconi” della riconciliazione viene dal fatto che loro stessi sono dei “riconciliati” con Dio! Sono stati prima di tutto loro i beneficiari dell’amore gratuito di Dio che ad ogni costo (fino a sacrificare suo figlio!) vuole ristabilire la relazione con tutti gli uomini. E ora Dio ponendo su di loro la parola della riconciliazione si serve di loro, li manda come ambasciatori, esortatori, “supplicatori”.
Fa impressione la sproporzione tra la piccolezza degli apostoli e l’immensa grazia che è annunciata. Ma questo è proprio il modo che abbiamo imparato da Gesù: “mediante Cristo” v.18; “in Cristo” v.19; “per Cristo” “nel nome di Cristo” v.20; “per mezzo di Cristo” v.21
Anche il brano di oggi fa venire i brividi. Che cosa è l’importante della salvezza, e quindi del nostro annuncio? la riconciliazione, il perdono, la remissione dei peccati. v.19 “È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.” L’iniziativa è di Dio. Cristo, e ora noi, siamo l’umile, docile strumento della riconciliazione. Ormai la parola della riconciliazione è affidata interamente a noi. Dio non interviene nella storia, se non attraverso di noi, ambasciatori per Cristo, “come se Dio esortasse per mezzo nostro”. E come facciamo a riconciliare, se prima non ci lasciamo noi riconciliare? Ecco quindi cosa dobbiamo fare. Non opere grandiose, grandi discorsi, grandi progetti pastorali. ma “solo” lasciarci riconciliare, lasciarci perdonare, lasciarci investire di pietà e di misericordia. Solo così saremo in grado di perdonare, di riconciliare il mondo. E il v. 21 ci dà lo stile della riconciliazione operata da Cristo, e quindi anche della nostra. Cristo non ci ha perdonato dall’alto, come uno che infinitamente ci supera, e si degna di concedere il suo perdono. No. Dio “lo fece peccato”. Gesù si è immerso totalmente, completamente, assolutamente, nella parte più buia della nostra umanità, “perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio.” (v.21)
Mediante Cristo..
Abbiamo chiesto aiuto ad uno dei nostri ragazzi..
Ci ha parlato di 35 anni di preghiera per la sua guarigione dalle tante crisi..
‘non posso neanche stare vicino ad una donna!’
Non è cambiato nulla..le crisi continuano..la crisi di fede aumenta..non c’è ascolto, dialogo, riconciliazione.
Qui a Cadriano l’immagine, oggi, è di una riconciliazione faticosa e ferita, misteriosa.
Forse l’unica risposta la si può trovare proprio nella Pasqua e celebrarla nella Croce.
Puro dono di Dio.
La Croce è l’Amore che riconcilia, che si abbassa e raccoglie tutta la vicenda dell’uomo.
Anche del nostro ragazzo..
..con Andrea nel cuore.. Tuoi