1 Raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, 2 per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. 3 Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, 4 il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. 5 Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, 6 che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, 7 e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo – dico la verità, non mentisco –, maestro dei pagani nella fede e nella verità.
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Tutto questo secondo capitolo merita ed esige una particolare attenzione, per come tocca temi di estrema attualità e importanza, che io non segnalerò, con la certezza che saremo tutti molto aiutati.
Il ver.1 chiede l’universalità della nostra preghiera: “per tutti gli uomini”! Non è inutile precisare che si intende con questa espressione l’intera umanità! E’ molto interessante anche la convergenza dei quattro termini con i quali Paolo indica la preghiera. Si tratta di ogni tipo di preghiera! Vi trascrivo i termini come sono espressi nella versione latina: obsecrationes, orationes, postulationes, gratiarum actiones pro omnibus hominibus. Dall’intercessione alla preghiera, dalla supplica al rendimento di grazie. Una preghiera veramente ricca! Bello che sia per tutta l’umanità!
Il ver.2 è di grandissimo rilievo. Almeno così sembra a me. E lo sento importante anche per la nostra “preghiera universale” nella Messa dove quasi sempre si chiede che quelli che governano e comandano, e sono “in alto”, si convertano e facciano i bravi. Qui, invece si chiede di pregare per “loro”, “affinchè “noi” possiamo “condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio”. C’è un particolare notevole in questa frase, e cioè i termini usati sono in maggioranza molto rari. Molto “speciali”. Alla lettera dice di questa nostra vita che sia per noi “quieta e tranquilla, in tutto raccoglimento e purezza”. Questo testo è molto importante perché induce – ed esige! – una certa riflessione sul testo evangelico che dice il “date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”, dove il “dare” è in realtà un “restituire”, e non esprime forse tutto quell’armonico accordo tra due poteri, il politico e il religioso, ma l’esigente distinzione tra chi gestisce il potere mondano e chi, come sarebbero i cristiani, è convocato e impegnato nella vita secondo il Vangelo. Non quindi un “concordato”, che è sempre esposto ad essere un accordo tra poteri, ma l’incessante conversione evangelica dei cristiani, cui si chiede di non lasciarsi confondere e sedurre dai poteri mondani. Soprattutto dai soldi! Non dimentichiamo la domanda di Gesù sull’effige impressa nelle monete romane.
Detto questo, che è “cosa bella e gradita al cospetto di Dio” (ver.3), è bello ubbidire a Dio con la nostra preghiera che domanda a Lui quello che Lui stesso ha stabilito, e cioè che “tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità” (verr.4). E la verità è che tutti sono salvati! Questo è confermato dal versetto che segue: “Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti”!!! (vers.5-6). Notate anche la straordinaria forza dell’espressione “l’uomo Cristo Gesù”, con quel termine “uomo” così fortemente attribuito al Cristo!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.