Caro don Nicolini, l’altra sera, alla proiezione del film documentario su don Lorenzo Milani, ho visto la sua contentezza. Alla fine, quando l’ho salutata all’uscita, mi è parso di cogliere in lei una scontentezza che condividevo. O sbaglio? …
Non sbaglia, caro amico. Mi faceva penare il precipitare della serata dalla meraviglia di quelle antiche immagini del tutto inconsuete, con la grande borsa del successivo commento. Gente che, anche per motivi anagrafici, in quelle vecchie stanze di Barbiana e tra quegli scolari certamente non è mai entrata. Forse non poteva sapere che “il maestro turno” era “il malcapitato” in visita: la regola generale era che chi stava imparando qualche cosa doveva insegnarlo agli altri. E lui, don Lorenzo, il vero maestro, si metteva accanto al più piccolo degli scolari – a Barbiana non c’erano divisioni di classi! – e da lì iniziava un implacabile suo intervenire, per correggere e per chiedere al povero maestro supplente: “usa un termine più semplice, fai capire in concreto… parla a noi e non di noi… questo verbo vuol dire qualcosa solo per voi signori”.
Nulla di tutto questo e nulla di Barbiana è stato detto poi. La “Lettera ad una professoressa” è semplice e luminosa parabola della grande avventura di don Lorenzo. È dentro alla storia della sua santità. È il sentimento profondo di Papa Francesco, che con coraggio spirituale ha voluto mostrare quello che anche autorità ecclesiastiche del passato non avevano capito. Per altro, molti uomini e donne, credenti e non credenti, l’avevano intuito. Ma l’altra sera tutto si è immiserito nei soliti commenti che hanno successo perché almeno un po’ anticlericali. L’altra sera, persino “antipapali”. Per fortuna abbiamo potuto sorridere commossi a parole dette da don Lorenzo, che alla fine chiedeva all’amico regista: “Va bene così?”. Va bene così, caro don Lorenzo, morto confessando al Signore di avere amato i suoi ragazzi più di Lui. Avendo la vita per loro, li hai amati come, in Gesù, Dio ama tutta l’umanità. Buona domenica a te e a tutti.
Giovanni di Sammartini e della Dozza
Nota: Articolo pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 10 Dicembre 2017 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.