Caro don Giovanni, a seguito della Messa natalizia da lei celebrata nel nostro Reparto di Oncologia Pediatrica, ho pensato di comunicarle un’idea che mi sembra interessante. Le chiedo se si potesse affidare alle persone in Carcere la confezione di piccoli oggetti la cui vendita potrebbe andare a vantaggio dei nostri bambini ammalati attraverso l’Associazione dei Genitori di Oncologia ed Ematologia Pediatrica (AGEOP). Mi sembra possa essere la speranza di un bel regalo per il Natale di tutti. Con amicizia. Messaggio firmato

Caro Roberto, la tua idea è meravigliosa! Che le mani dei nostri amici del Carcere possano essere carezza per i nostri piccoli fratellini dell’Oncologia è segno di una fede semplice e grande, capace del sorriso della speranza e del calore della carità. Vediamo se la delicatezza delle situazioni ci può concedere la gioia di un incontro così bello. La Messa dell’altro ieri e la festa di questa mattina per il regalo natalizio ai nostri bambini sono stati per me i momenti forti di questi ultimi passi verso la Festa della nascita di Gesù. In queste occasioni pare di capire un po’ di più perchè Dio abbia voluto percorrere la strada in discesa che lo ha trascinato a nascere povero bambino nell’umiltà di Betlemme. La piccolezza dei nostri figliolini dell’oncologia pediatrica raccoglie nei loro volti e nelle loro persone la condizione ferita dell’umanità e la luminosa innocenza del Figlio di Dio. E in questo misterioso incontro tra la povertà dell’uomo e l’amore di Dio sembrano venire coinvolti tutti quelli che partecipano alla grande avventura di questi nostri piccoli fratelli. I loro papà e le loro mamme, innanzi tutto: persone alle quali ti avvicini con tremante esitazione nella consapevolezza di un dramma che li avvolge, e dalle quali ricevi immediatamente il sorriso di un’accoglienza riconoscente e immeritata. Anche in questi giorni ho visto il misterioso scambio: loro chinati sulla ferita dei loro piccoli, e questi bimbi che, sempre coraggiosissimi, li portano per mano nella via di una speranza più forte di ogni prova. E così i medici e gli infermieri del Reparto: penso sempre a come siano fortunati i loro figli, con genitori così esperti di un affetto materno e paterno che sembra essere la guida profonda della loro straordinaria professionalità. E tutto il volontariato dell’Associazione, l’Ageop, angeli e registi di una liturgia della tenerezza che passa per il gioco, attraversa le ore scolastiche, prepara le feste come quella di Natale, ed esce nella città per visitare e vegliare sui bambini e sulle famiglie che abitano negli appartamenti dell’Associazione – pochi per le necessità sempre crescenti – tende di accogliente riparo per chi viene da molto lontano – qualcuno anche dall’Africa! – e non può star lontano dalla vigilanza e dalle cure dei nostri dottori. Sento troppo spesso parlare male dell’Italia, e qualche volta anche della nostra Bologna. Ma finchè in Italia e a Bologna ci saranno volti e luoghi come questi, l’Italia e Bologna rimarranno speciali. E con questo auguro a tutti i nostri lettori del Carlino un Natale di pace. I nostri bambini sono in ogni modo luogo di pensiero e di mistero per tutti. Per chi ha l’immeritata sorte della fede sono splendore della gloria di Dio che nasce tra noi. A tutti chiedo una preghiera per me, peccatore, ma fiducioso nella misericordia di Dio. d.Giovanni.