1 Il ricordo di Giosia è come una mistura d’incenso, preparata dall’arte del profumiere. In ogni bocca è dolce come il miele, come musica in un banchetto. 2 Egli si dedicò alla riforma del popolo e sradicò gli abomini dell’empietà. 3 Diresse il suo cuore verso il Signore, in un’epoca d’iniqui riaffermò la pietà. 4 Se si eccettuano Davide, Ezechia e Giosia, tutti agirono perversamente; poiché avevano abbandonato la legge dell’Altissimo, i re di Giuda scomparvero. 5 Lasciarono infatti il loro potere ad altri, la loro gloria a una nazione straniera. 6 I nemici incendiarono l’eletta città del santuario, resero deserte le sue strade, 7 secondo la parola di Geremia, che essi però maltrattarono, benché fosse stato consacrato profeta nel seno materno, per estirpare, distruggere e mandare in rovina, ma anche per costruire e piantare. 8 Ezechiele contemplò una visione di gloria, che Dio gli mostrò sul carro dei cherubini. 9 Si ricordò dei nemici nell’uragano, beneficò quanti camminavano nella retta via. 10 Le ossa dei dodici profeti rifioriscano dalla loro tomba, perché essi hanno consolato Giacobbe, lo hanno riscattato con la loro confidente speranza. 11 Come elogiare Zorobabele? Egli è come un sigillo nella mano destra; 12 così anche Giosuè figlio di Iosedek: nei loro giorni hanno riedificato la casa, hanno elevato al Signore un tempio santo, destinato a una gloria eterna. 13 Anche la memoria di Neemia durerà a lungo; egli rialzò le nostre mura demolite, vi pose porte e sbarre e fece risorgere le nostre case. 14 Nessuno sulla terra fu creato eguale a Enoc; difatti egli fu assunto dalla terra. 15 Non nacque un altro uomo come Giuseppe, guida dei fratelli, sostegno del popolo; perfino le sue ossa furono onorate. 16 Sem e Set furono glorificati fra gli uomini, ma, nella creazione, superiore a ogni vivente è Adamo.
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La Parola che oggi il Signore ci dona conclude la memoria della storia del Popolo di Dio attraverso le persone che, positivamente o negativamente, l’hanno segnata.
La storia è insieme umana e divina: concretamente le persone ricordate ne sono state attori di rilievo, e, come dicevamo sopra, positivamente e negativamente in relazione alla loro fedeltà o infedeltà al Signore.
E’ dunque la storia della fede!
E’ la storia della relazione tra Dio e il suo popolo.
Mi sembra si possa e si debba dire che non è una storia “sacra” nel senso di una “non-storia”, in quanto semplice contemplazione del divino: l’umano vi è assolutamente e fortemente presente.
Ma non è neppure una storia semplicemente “umana”! E’ la storia e il dramma sublime di questa relazione tra Dio e il suo popolo, con tutte le conseguenze che ne derivano: conseguenze negative o positive per come negativa o positiva è stata tale relazione.
Infine possiamo chiederci: è dunque una storia positiva o negativa? Certo la fragilità della creatura umana è innegabile ed è altissima. Ma Dio ama la sua creatura prediletta, e dunque anche nei passaggi più cupi di tale avventura, Dio è sempre presente!
E non è un “dio” fuori dalla storia, ma dalla storia dell’umanità è fortemente coinvolto. Vi partecipa appassionatamente!
Siamo assolutamente lontani dall’ ”olimpo” greco di divinità disinteressate e pretenziose.
Il nostro è un Dio “appassionato”!
Questa “passione” è per noi grande mirabile profezia della “Passione” di Gesù. La Passione di Dio che nella pienezza dei tempi si compromette radicalmente con l’umanità facendosi “carne”, nella grande prospettiva assoluta della “santificazione” di tutta l’umanità!
In tal senso è assolutamente significativo l’ultimo “nome” citato nel nostro brano: “Adamo”!
L’attributo reso in italiano con “superiore” non è per dire una “qualità” che peraltro non sarebbe facile riconoscere. Alla lettera il testo dice “al di sopra di ogni vivente”: mi sembra ci dica che non esiste essere umano che non faccia parte della grande famiglia umana rappresentata dal primo uomo!
Per noi discepoli di Gesù questo è di importanza assoluta e decisiva: tutta la famiglia umana è figlia di Dio che la cerca e la salva.
Ed è così, perché Dio ama questa povera umanità e per questo, in Gesù, si fa povero per salvarla.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Nei primi versetti, mi è piaciuto immaginare che le belle parole riferite a Giosia si possano riferire a Gesù, il vero “Salvatore”, Dio che salva: la sua memoria è come mistura di profumato incenso, “dolce come il miele, come musica in un banchetto”… E un suggerimento per noi al v.3: “dirigere il cuore verso il Signore”. – Il compito dei profeti è ben espresso al v.10: non minacciare o predire sventure, ma “consolare” il popolo di Dio, sorreggerlo con la loro “confidente speranza”. – Negli ultimi versetti Ben Sirac risale all’indietro: ricompare Giuseppe, altra splendida figura di Gesù, “guida dei fratelli, sostegno del popolo”; è ricordata la discendenza di Noè; si ritorna infine ad Adamo, “superiore a ogni vivente” (nel senso che Giovanni ci ha spiegato).