1 Chi pratica la misericordia concede prestiti al prossimo, chi lo sostiene con la sua mano osserva i comandamenti. 2 Da’ in prestito al prossimo quando ha bisogno, e a tua volta restituisci al prossimo nel momento fissato. 3 Mantieni la parola e sii leale con lui, e in ogni momento troverai quello che ti occorre. 4 Molti considerano il prestito come cosa trovata e causano fastidi a coloro che li hanno aiutati. 5 Prima di ricevere, uno bacia la mano del creditore e parla con voce sommessa delle ricchezze altrui; ma alla scadenza cerca di guadagnare tempo, trova delle scuse e incolpa le circostanze. 6 Se paga, a stento riceve la metà, e deve considerarla come una cosa trovata. In caso contrario, spoglia il creditore dei suoi averi e senza motivo se lo rende nemico; maledizioni e ingiurie gli restituisce, e invece della gloria gli rende disprezzo. 7 Molti si rifiutano di prestare non per cattiveria, ma per paura di essere derubati senza ragione. 8 Tuttavia sii paziente con il misero, e non fargli attendere troppo a lungo l’elemosina. 9 Per amore del comandamento soccorri chi ha bisogno, secondo la sua necessità non rimandarlo a mani vuote. 10 Perdi pure denaro per un fratello e un amico, non si arrugginisca inutilmente sotto una pietra. 11 Disponi dei beni secondo i comandamenti dell’Altissimo e ti saranno più utili dell’oro. 12 Riponi l’elemosina nei tuoi scrigni ed essa ti libererà da ogni male. 13 Meglio di uno scudo resistente e di una lancia pesante, essa combatterà per te di fronte al nemico.
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Penso si possa, e in certo modo si debba, ricevere oggi la Parola del Signore nel suo significato più letterale e immediato, e quindi, soprattutto la prima parte, ai vers.1-7, come un invito ad aiutarsi nei limiti di bilancio di ogni persona e di ogni famiglia, per fare in modo che, una volta io e una volta tu, possiamo soccorrerci nei nostri problemi economici.
Tuttavia mi pare bello e possibile intendere questa parola del Signore come un invito più ampio di carità reciproca!
“Chi pratica la misericordia …” esordisce il ver.1: mi pare che questo “concedere prestiti al prossimo” si possa intendere come un atteggiamento di disponibilità reciproca per una quotidiana attenzione di carità fraterna, per un sostegno reciproco espresso con belle parole: “Chi sostiene il prossimo con la sua mano, osserva i comandamenti”.
E la carità fraterna si presenta come un reciproco ricevere e restituire (ver.2).
Mi sembra bello considerarsi sempre in debito, e nello stesso tempo chiedere umilmente l’aiuto di cui abbiamo bisogno.
Purtroppo siamo molto esposti ad un ingrato atteggiamento che si dimentica del bene ricevuto: “Molti considerano il prestito come cosa trovata” e non, appunto, come bene ricevuto (ver.4).
Siamo magari gentili nel momento del bisogno, ma poi ci dimentichiamo del bene ricevuto (ver.5), per essere magari pretenziosi nell’aspettarci che ci venga riconosciuto il poco che abbiamo fatto e dato (ver.6).
Tutto questo rischia di riconsegnare ciascuno alla sua solitudine: “Molti si rifiutano di prestare non per cattiveria, ma per paura di essere derubati senza ragione”.
La nostra vita è invece chiamata ad essere una continua grande “eucaristia”, cioè una vita piena di riconoscenza verso tutti!
I vers.8-13 fanno esplicito e stupendo riferimento alla carità verso il povero.
Ascolto questa Parola con molto tremore, riconoscendo tutte le mie chiusure!
L’invito è ad una grande compassione (più che all’essere “paziente” proposto dalla versione italiana), e ad una pronta risposta a chi chiede l’elemosina, che non è solo il tipico “mendicante”, ma più ampiamente si riferisce a chiunque si trovi in qualche bisogno che chiede il nostro soccorso.
Mi sembra bellissimo che questo venga qualificato, al ver.9, come “amore del comandamento”, e quindi come obbedienza al Signore che mi domanda di fare qualcosa per un suo figlio – e fratello mio – che si trova in qualche necessità: “Non rimandarlo a mani vuote!” (ver.9).
E ancora, bellissimo, “Perdi pure denaro per un fratello e un amico” facendo arrugginire sotto la pietra del mio egoismo quello che potrebbe aiutarlo. Così il ver.10.
E’ bellissimo che oggi possiamo anche noi sperare e operare disponendo di quello che abbiamo secondo quello che i domandano i comandamenti dell’Altissimo, e traendone quindi un altissimo bene (ver.11). E’ meraviglioso poter mettere “in cassaforte” quello che abbiamo dato in elemosina (ver.12), e saremo così liberati da ogni male!
Il bene fatto combatterà per noi contro il Nemico, cioè il signore del male, che mette ognuno in una pericolosa e crudele solitudine.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.