19 Chi punge un occhio lo fa lacrimare, chi punge un cuore ne scopre il sentimento. 20 Chi scaglia un sasso contro gli uccelli li mette in fuga, chi offende un amico rompe l’amicizia. 21 Se hai sguainato la spada contro un amico, non disperare: può esserci un ritorno. 22 Se hai aperto la bocca contro un amico, non temere: può esserci riconciliazione, tranne il caso d’insulto, di arroganza, di segreti svelati e di un colpo a tradimento; in questi casi ogni amico scompare. 23 Conquìstati la fiducia del prossimo nella sua povertà, per godere con lui nella sua prosperità. Nel tempo della tribolazione restagli vicino, per avere parte alla sua eredità. L’apparenza infatti non è sempre da disprezzare né deve meravigliare che un ricco non abbia senno. 24 Prima del fuoco c’è vapore e fumo di fornace, così prima del sangue ci sono le ingiurie. 25 Non mi vergognerò di proteggere un amico, non mi nasconderò davanti a lui. 26 Se mi succederà il male a causa sua, chiunque lo venga a sapere si guarderà da lui. 27 Chi porrà una guardia alla mia bocca, e alle mie labbra un sigillo guardingo, perché io non cada per colpa loro e la mia lingua non sia la mia rovina?
1 Signore, padre e padrone della mia vita, non abbandonarmi al loro volere, non lasciarmi cadere a causa loro. 2 Chi fustigherà i miei pensieri e chi insegnerà la sapienza al mio cuore, perché non siano risparmiati i miei errori e i loro peccati non restino impuniti, 3 perché non si moltiplichino i miei errori e non aumentino di numero i miei peccati, e io non cada davanti ai miei avversari e il nemico non gioisca su di me? Per loro è lontana la speranza della tua misericordia. 4 Signore, padre e Dio della mia vita, non darmi l’arroganza degli occhi 5 e allontana da me ogni smodato desiderio. 6 Sensualità e libidine non s’impadroniscano di me, a desideri vergognosi non mi abbandonare. 7 Ascoltate, figli, come disciplinare la bocca, chi ne tiene conto non sarà colto in flagrante. 8 Il peccatore è vittima delle proprie labbra, il maldicente e il superbo vi trovano inciampo. 9 Non abituare la bocca al giuramento, non abituarti a proferire il nome del Santo. 10 Infatti, come un servo interrogato accuratamente non mancherà di prendere lividure, così chi giura e pronuncia il Nome di continuo di certo non sarà esente da peccato. 11 Un uomo dai molti giuramenti accumula iniquità; il flagello non si allontana dalla sua casa. Se sbaglia, il suo peccato è su di lui; se non ne tiene conto, pecca due volte. Se giura il falso, non sarà giustificato, e la sua casa si riempirà di sventure.
Siracide 22,19-23,11

I vers.22,19-22 ci parlano della delicatezza del rapporto di amicizia: entra facilmente nel turbamento proprio per la sua preziosità!
Le immagini della “puntura al cuore” (ver.19) e del “sasso contro gli uccelli” (ver.20), esprimono con efficacia questa delicatezza che espone al pericolo che basti un piccolo “incidente” per provocare una rottura.
Però, nell’amicizia, come è facile la rottura, è altrettanto possibile ritrovare la pace e la comunione, a meno che non venga aggredita la sostanza dell’amicizia che consiste nella profondità della relazione! Così i vers.21-22.
Globalmente, mi sembra si possa trarre da queste parole l’idea di una comunione fondata su elementi veri e concreti, esposta magari ad incidenti, ma tuttavia capace di ricostruirsi.
Il vero tema- problema del nostro testo è tuttavia quello del dominio e della guida di ognuno su se stesso! Tale mi sembra l’argomento forte, che possiamo cogliere, quasi come un “titolo”, al ver.27: “Chi porrà una guardia alla mia bocca…?”, e così per tutto il nostro brano!
Ed è straordinario che al ver.23,1 questa “lotta” contro i propri elementi interiori, manifestati con i termini della bocca e della lingua (ver.22), dei pensieri e del cuore al ver.2, degli errori e dei peccati (ver.3), degli “avversari e del nemico” allo stesso ver.3, si esprimano in forma di preghiera!
Solo il Signore può essere quell’alleato forte capace di sostenermi nella lotta che devo condurre contro me stesso! Così i vers.5-6.
I vers.7-11 sono di straordinario rilievo per chi come noi, e come tutti i credenti di fede ebraica e cristiana, ha nella “Parola” il riferimento privilegiato per il suo rapporto con il Signore!
Per questo motivo, è inevitabile che ogni nostro rapporto con la parola sia di assoluto rilievo!
Il grande obiettivo è allora quello di “disciplinare la bocca” (ver.7)!! “Il peccatore è vittima delle proprie labbra…” (ver.8).
Ed espone al peccato anche l’ “abuso” della parola: “Non abituare la bocca al giuramento, non abituarti a proferire il nome del Santo”!
Ricordiamo l’insegnamento di Gesù sul non giurare: “Non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra …né per Gerusalemme … Sia invece il vostro parlare: “sì,sì”, “no,no”; il di più viene dal Maligno” (Matteo 5, 34-37).
E qui ascoltiamo: “Un uomo dai molti giuramenti accumula iniquità” (ver.11).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.