22 La collera ingiusta non si potrà scusare, il traboccare della sua passione sarà causa di rovina. 23 Il paziente sopporta fino al momento giusto, ma alla fine sgorgherà la sua gioia. 24 Fino al momento opportuno terrà nascoste le sue parole e le labbra di molti celebreranno la sua saggezza. 25 Fra i tesori della sapienza ci sono massime sapienti, ma per il peccatore è obbrobrio la pietà verso Dio. 26 Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti e il Signore te la concederà. 27 Il timore del Signore è sapienza e istruzione, egli si compiace della fedeltà e della mansuetudine. 28 Non essere disobbediente al timore del Signore e non avvicinarti ad esso con cuore falso. 29 Non essere ipocrita davanti agli uomini e fa’ attenzione alle parole che dici. 30 Non esaltarti, se non vuoi cadere e attirare su di te il disonore; il Signore svelerà i tuoi segreti e ti umilierà davanti all’assemblea, perché non ti sei avvicinato al timore del Signore e il tuo cuore è pieno d’inganno.
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Il severo rimprovero per “la collera ingiusta” e per “il traboccare della passione” introduce efficacemente la descrizione della persona sapiente che è il tema privilegiato della Parola che oggi riceviamo dalla bontà del Signore.
I vers.23-24 ci offrono la figura del sapiente come persona capace di sopportare e di “tenere nascoste le sue parole fino al momento opportuno”: “le labbra di molti celebreranno la sua saggezza” (ver.24).
Mi sembra venga in evidenza una personalità sapiente quanto umile!
Dice: “Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti e il Signore te la concederà” (ver.26)! Il sapiente è dunque umile! E’ meraviglioso questo intreccio tra sapienza e osservanza: una sapienza che non pretende di collocarsi “al di là” della norma, ma che nella fedeltà trova e celebra la vera sapienza.
Questa è la nota essenziale di quel “timore del Signore” che celebra insieme “fedeltà e mansuetudine” (ver.27).
Il vero sapiente obbedisce sempre al “timore del Signore” (ver.28) con piena sincerità! Senza ipocrisia (ver.29) e con molta vigilanza interiore : “fa’ attenzione alle parole che dici”. Senza esaltazione! Onde tenersi lontano da un giudizio severo di Dio (ver.30).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.