5 Figli d’infamia sono i figli dei peccatori, frequentano le case degli empi. 6 L’eredità dei figli dei peccatori andrà in rovina, con la loro discendenza continuerà il disonore. 7 Contro un padre empio imprecano i figli, perché a causa sua sono disonorati. 8 Guai a voi, uomini empi, che avete abbandonato la legge dell’Altissimo! 9 Se vi moltiplicate, è per la rovina, se nascete, nascete per la maledizione, e se morite, la maledizione sarà la vostra sorte. 10 Quanto è dalla terra alla terra ritornerà, così gli empi passano dalla maledizione alla rovina. 11 Il lutto degli uomini riguarda i loro corpi, la cattiva fama dei peccatori sarà cancellata. 12 Abbi cura del tuo nome, perché esso sopravviverà a te più di mille grandi tesori d’oro. 13 I giorni di una vita felice sono contati, ma il buon nome dura per sempre.
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Ascoltare questa Parola nel giorno della Festa di S. Giuseppe ci consola e ci rallegra: l’obbedienza di fede del nostro Santo che accoglie come figlio Colui che è il Figlio di Dio apre le porte ad una nuova umanità chiamata a riconoscere come Padre Dio stesso. Una nuova umanità di figli di Dio!
Ogni paternità è chiamata a custodire la paternità di Dio!
Così, dunque, non ci sono più “i figli dei peccatori” (ver.5).
Oggi Giuseppe, accogliendo come sua sposa Maria, che genera il Figlio di Dio, accoglie il Bambino generato da Lei che “viene dallo Spirito santo”. Giuseppe lo chiamerà Gesù: “Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Il nome “Gesù” significa infatti “Dio salva”, “Salvezza di Dio”. “Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore”.
Per questo, anche noi, poveri peccatori, siamo salvati e accolti come figli di Dio! Accogliamo volentieri l’invito del ver.12: “Abbi cura del tuo nome, perché esso sopravviverà a te più di mille grandi tesori d’oro” (ver.12).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.