Carissimi Fatima, Bassima, Iamil, Karim, Mahmud…., desidero questa settimana scrivere a voi, che vi siete trovati in questi giorni portati così rapidamente nel Paradiso, che è il bel giardino di Dio, dove potrete per sempre giocare con Gesù, che, forse non lo sapevate tutti, è un Dio che si è fatto piccolo come voi, per insegnare a tutti i popoli della terra un meraviglioso gioco nuovo, il gioco dell’Amore.
E’ venuto qui sulla terra ad insegnarcelo, e poi è ritornato lì dove adesso l’avete trovato, per continuare a giocare per sempre con tutti quelli che il gioco l’hanno imparato bene, e possono continuare a farlo insieme a voi. Adesso non siete più nell’inferno di Gaza, perchè siete nel Paradiso di Dio. Il gioco lo conoscete perchè l’avete imparato dalle vostre mamme e dai vostri papà che, volendovi bene, bene ve l’hanno insegnato. Anzi, alcuni di loro, non pochi, desiderano arrrivare presto da voi a giocare.
Ma per noi grandi il gioco è un po’ difficile, ed è più faticoso per noi arrivare al vostro giardino. Per voi tutto è semplice, perchè nella vostra piccolezza nulla potete dire e fare ,se non quello di entrare anche voi nel gioco di Gesù. Quando mi sono accorto che era il 28 dicembre il giorno in cui vedevo le prime immagini sanguinanti della vostra città, ho capito che quella era la vicenda che stava avanzando. Il 28 dicembre era domenica quest’anno. Se fosse stato un giorno della settimana, avremmo fatto festa ad un gruppo di bambini come voi, che vengono chiamati "i Santi Innocenti", bambini di Betlemme e del territorio intorno, sacrificati dalla violenza di un potere impaurito.
Perchè sapete, cari piccoli: da quando questo Gesù è passato per la storia del mondo, voi qualche volta fate paura. E fate paura perchè gli assomigliate. E gli assomigliate perchè vi presentate e vi difendete non con la potenza dei pensieri e delle parole, non con l’esperienza e la violenza della forza, ma con l’eloquenza della debolezza. Una debolezza che quel Gesù, che adesso vi è compagno di giochi nel suo bel Giardino, non ha mai allontanato da Sè, anzi l’ha fatta crescere fino a quando l’hanno inchiodato sulla Croce, Lui, il Santo Innocente.
Per questo, cari piccoli amici, il linguaggio della vostra breve vita tra noi ha un’eloquenza indiscutibile. I grandi hanno le loro ragioni e i loro grandi torti. E soprattutto, quasi sempre, per risolvere i grandi poroblemi della vita, ricorrono alla cupa potenza della morte. Come ha fatto Caino con il suo fratello piccolo. Il Bambino Gesù, invece, è venuto a dire a tutto il mondo che non si può più andare avanti con i sistemi di Caino, perchè la potenza di Caino è potenza di dare la morte. Il piccolo Gesù invece, è venuto a dire che i problemi della vita si risolvono non dando la morte, ma dando la vita. E’ questo il gioco che voi sapete fare tanto bene.
E noi grandi, quando l’impareremo? Buona Domenica a voi, in Paradiso. E ricordatevi, con Gesù, di ogni inferno del nostro cuore e della nostra povera vita. E anch’io devo chiedere a voi di insegnarmi il gioco giusto. Vostro. Giovanni.