1 Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà. 2 Agli occhi degli stolti parve che morissero, la loro fine fu ritenuta una sciagura, 3 la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace. 4 Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza resta piena d’immortalità. 5 In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé; 6 li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come l’offerta di un olocausto. 7 Nel giorno del loro giudizio risplenderanno, come scintille nella stoppia correranno qua e là. 8 Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli e il Signore regnerà per sempre su di loro. 9 Coloro che confidano in lui comprenderanno la verità, i fedeli nell’amore rimarranno presso di lui, perché grazia e misericordia sono per i suoi eletti.
Seleziona Pagina
Non è forse del tutto opportuna la traduzione italiana che al ver.1 propone il termine “le anime”: essendo molto forte nella nostra tradizione l’accostamento e la relazione tra anima e corpo, mi sembrerebbe meglio tradure con “le vite”, come spesso viene reso il termine greco che qui incontriamo. Dico questo perché l’elemento che sento dominante nella Parola che oggi riceviamo dalla bontà di Dio è la realtà e il volto nuovo e luminoso della morte.
Qui , in modo privilegiato, la morte dei giusti, che incontriamo al ver.1, e che la traduzione italiana sceglie di indicare con quel “li toccherà”, riferito specificamente ai giusti piuttosto che alle loro anime!
Ma qui appunto sta l’obiezione sull’evento di questa “morte dei giusti” perché il ver.2 afferma che “agli occhi degli stolti parve che morissero”: dunque, non sono morti? Il nostro testo chiama, al ver.5, la morte dei giusti come “una breve pena”!
Questo costringe a “correggere” l’apparenza degli eventi: “Agli occhi degli stolti “parve”(!) che morissero, la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace”! (vers.2-3). E ancora: “Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza è piena di immortalità” (ver.4). Dunque, la morte dei giusti tende ad essere non veramente la morte con tutta la sua negatività, ma è parte dell’azione divina con la quale il Signore “li ha provati e le ha trovati degni di sé”: se riflettiamo a questo anche alla luce del mistero cristiano, essi sono stati trovati “degni” del Cristo!
Il Signore dunque “li ha messi alla prova … li ha graditi come l’offerta di un olocausto” (ver.6). Dunque una morte che è veramente e pienamente “Pasqua”, celebrazione della Pasqua di Gesù! Propriamente non sono morti, ma hanno celebrato la loro Pasqua! Tale è infatti la morte per la fede cristiana!
Di conseguenza – e quale conseguenza! – la risurrezione e la vita eterna non sono un semplice “stato”, ma sarà il loro risplendere e il loro correre qua e là! (ver.7). Allora “governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli e il Signore regnerà per sempre su di loro” (ver.8). Come è vivo e vivace il paradiso! Coloro che credono in Lui comprenderanno la verità e rimarranno presso di Lui, perché grazia e misericordia sono per i suoi eletti” (ver.9).
Oggi questa Parola è grandissimo dono soprattutto per le persone come me, di poca fede! Sempre esposti alla nostra angoscia di morte, e oggi visitati e consolati con questa ondata di meraviglie!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Alla fine tutto è ricondotto alla misericordia e al dono di grazia del Signore per noi. È così che questa relazione d’amore con Lui, questo permanere nel Suo amore, ci mostra la verità delle nostre povere vite oggi, domani, e sempre: confidare in Lui e rimanere nelle Sue mani.