1 Al maestro del coro. Dei figli di Core. Per voci di soprano. Canto.
2 Dio è per noi rifugio e fortezza,
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
3 Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare.
4 Fremano, si gonfino le sue acque,
si scuotano i monti per i suoi flutti.
5 Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
la più santa delle dimore dell’Altissimo.
6 Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell’alba.
7 Fremettero le genti, vacillarono i regni;
egli tuonò: si sgretolò la terra.
8 Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
9 Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto cose tremende sulla terra.
10 Farà cessare le guerre sino ai confini della terra,
romperà gli archi e spezzerà le lance,
brucerà nel fuoco gli scudi.
11 Fermatevi! Sappiate che io sono Dio,
eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.
12 Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.

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E’ gioiosa la pace che Dio dona al suo popolo, un popolo fragile che conosce le fatiche della storia e che le deve affrontare in mezzo a tante difficoltà: Ma “Dio è per noi rifugio e forza, aiuto infallibile….”(ver.2). Questa è l’esperienza del credente come dell’intero popolo del Signore. Non possiamo puntare sulle nostre forza, tuttavia “non temiamo”(ver.3). Due volte viene ripetuto, ai vers.8 e 12, come un ritornello: “Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe”. A me non piace l’uso del termine “eserciti”, che in italiano è implacabilmente riferito all’apparato militare, mentre la parola significa più genericamente “schiere”, e riguardo a Dio si riferisce alle schiere degli angeli.
Gerusalemme è il segno forte della presenza del Signore in mezzo al suo popolo, e viene descritta efficacemente ai vers.6-7: “Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio, la più santa delle dimore dell’Altissimo. Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare. Dio la soccorre allo spuntare dell’alba”.
Sembra allora di cogliere due tesi “apocalittiche” opposte tra loro: il vacillare e lo sgretolarsi delle genti e dei regni (ver.7), e il dono della pace sino ai confini della terra (ver.10). Ma non è contradizione! E’ un vecchio mondo che deve finire e la nuova creazione che viene avanti. In tutto questo non c’è il dato di un compiersi fatale, ma la nostra responsabilità nella storia! Dice al ver.11: “Fermatevi! Sappiate che io sono Dio, eccelso tra le genti, eccelso sulla terra”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Un altro bel salmo…, ma quale non lo è? Dio è rifugio e fortezza, perfino nella paura, nelle angosce, di cui tutti facciamo esperienza. Nemmeno davanti a un cataclisma cosmico, come quello descritto nei vv.3-4, noi temiamo, perché il Signore del cosmo è con noi. Che contrasto tra la terra che trema, i monti che vacillano, i mari che fremono…, e quel fiume di acque tranquille che portano fecondità e gioia nella città di Dio: si crea un nuovo Eden, come osserva la Bibbia di Ger. – E poi, ai vv.9-10, quel quadro di pace, come in Isaia: cessate le guerre, spezzati archi e lance, bruciati gli scudi… L’invito “Fermatevi!” sembra detto proprio a noi oggi.