1 Salmo. Di Davide.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
2 Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
3 Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
4 Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
5 Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
6 Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
2 Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
3 Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
4 Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
5 Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
6 Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
La nostra vita è del tutto avvolta dalla bontà del nostro Signore e dal suo sollecito amore per noi. Brevemente, e con molta efficacia, questa preghera è capace di cogliere tutte le circostanze della vita, i tempi di pace come quelli della prova, il tempo che abbiamo davanti come anche la nostra vita oltre la morte, tutto protetto e celebrato nella piena comunione con Lui.
I vers.1-4 guardano al Signore come al Pastore della nostra vita. La sua semplice presenza e il fatto che egli cammini con noi e ci guidi, porta ad un’affermazione forte e luminosa nella sua semplicità: “non manco di nulla”. Non solo e forse non tanto per tutto quello che mi ha dato, ma perchè donandomi se stesso come pastore della mia vita, in Sè stesso mi ha dato tutto.
La vita è un cammino, come il gregge vive una continua peregrinazione con il pastore che lo conduce. Il ver.2 mi suggerisce l’idea di una “eucaristia” di riposo e di tranquillità, come sosta nel cammino, come meta non ancora raggiunta, ma già pregustata, come anticipazione della meta finale. Il cammino che mi fa percorrere è giusto, perchè è il suo stesso cammino. E’ il cammino del Figlio di Dio, che diventa il mio stesso cammino: così il ver.3. Questo cammino è anche cammino di prove e di difficoltà, ma non ne ho paura, “perchè Te sei con me”(ver.4). Il Pastore ha il bastone della guida e il bastone della difesa. Più che di “sicurezza” si può parlare addirittura di “consolazione” come alla lettera ci dice ancora il ver.4.
Al ver.5 ci troviamo in un orizzonte cambiato: non più il cammino verso casa, ma una mensa, un più forte punto di arrivo. Anche qui non manca la prova, ma appunto quella mensa non è solo per nutrire e dissetare: è “mensa sotto gli occhi dei miei nemici”, che vuol dire a difesa da loro, a sfida nei loro confronti. E’ la Mensa che anche oggi il Signore prepara per noi, per sostenerci e difenderci nelle prove della nostra vita. E’ mensa dove si rinnova la nostra elezione d’amore, significata dall’espressione “ungi di olio il mio capo”, e la nostra comunione con Lui nel mistero del “calice”, traboccante e inebriante secondo la versione greca.
La bontà e la misericordia divina accompagneranno – addirittura , “inseguiranno”, e come “perseguiteranno” – tutti i giorni della mia vita. Ma tutto questo è immagine del mio abitare per sempre nella casa stessa del Signore. Così conclude il ver.6.
Approfitto di questo meraviglioso piccolo Salmo per pormi una domanda insieme a tutti voi. Viene qui descritta una vita particolarmente e eccezionalmente luminosa. oppure è il volto profondo di “ogni vita”? Certo, se anche oggi chiediamo a Gesù di leggerci questo Salmo, è evidente che questa è la vita del Figlio di Dio. Ma proprio per questo è anche la vita di tutti noi! O meglio: è la vita di tutti noi che ascoltiamo e accogliamo la Parola di questo Salmo, come ieri abbiamo accolto la Parola del Salmo precedente. Perchè la Parola di Dio “opera” ciò che dice. Molti ascoltano oggi questa Parola in mezzo alla bufera di una vita provata: credo di dover dire, e mi pare di averlo più volte sperimentato, che la Parola è capace di far risorgere anche dalla situazione più ferita. Poi ci sono tutti quelli che, moltitudini e moltitudini, questa Parola non l’hanno ascoltata e non l’ascoltano. Dobbiamo essere loro vicini con immenso affetto, per coinvolgerli nella grazia che noi senza alcun merito nostro riceviamo. E, come possiamo, dobbiamo cercare di rendere partecipi tutti quelli che incontriamo della grazia e della gioia che questa Parola genera in noi.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
E’ un salmo bellissimo e tutti ce ne siamo appropriati nella preghiera. Siamo trasportati subito a quel “bel pastore” (calòs, che significa: l’eccellente, l’unico), che è il nostro Signore Gesù. Tra le tante immagini, sottolineo quelle delle “acque tranquille” (mi piaceva quella vecchia traduzione: “acque di ristoro, di sollievo”), dello spirito rinfrancato e della valle oscura: la valle oscura è la morte; ebbene, anche qui “Tu sei con me!”… Mi ha sempre incuriosito l’espressione “il tuo bastone e il tuo vincastro”: Giovanni dice “il bastone della guida e della difesa”; secondo un commentatore, il vincastro sarebbe un bastone con la parte finale arrotondata, che permetterebbe di prendere e tirare a sè la pecora bloccata o in difficoltà. Comunque sia, “la Tua bontà e la Tua fedeltà” mi accompagneranno. Siamo e saremo insieme “per la distesa dei giorni”…