1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.
2 Signore, il re gioisce della tua potenza!
Quanto esulta per la tua vittoria!
3 Hai esaudito il desiderio del suo cuore,
non hai respinto la richiesta delle sue labbra.
4 Gli vieni incontro con larghe benedizioni,
gli poni sul capo una corona di oro puro.
5 Vita ti ha chiesto, a lui l’hai concessa,
lunghi giorni in eterno, per sempre.
6 Grande è la sua gloria per la tua vittoria,
lo ricopri di maestà e di onore,
7 poiché gli accordi benedizioni per sempre,
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.
8 Perché il re confida nel Signore:
per la fedeltà dell’Altissimo non sarà mai scosso.
9 La tua mano raggiungerà tutti i nemici,
la tua destra raggiungerà quelli che ti odiano.
10 Gettali in una fornace ardente
nel giorno in cui ti mostrerai;
nella sua ira li inghiottirà il Signore,
li divorerà il fuoco.
11 Eliminerai dalla terra il loro frutto,
la loro stirpe di mezzo agli uomini.
12 Perché hanno riversato su di te il male,
hanno tramato insidie; ma non avranno successo.
13 Hai fatto loro voltare la schiena,
quando contro di loro puntavi il tuo arco.
14 Àlzati, Signore, in tutta la tua forza:
canteremo e inneggeremo alla tua potenza.
Ascoltate alla luce di Gesù, le Parole di questo Salmo sono la contemplazione del rapporto sublime tra il Padre e il Figlio, qui espresso profeticamente nella vicenda di Davide e della protezione di Dio verso di lui, il suo consacrato. Di questo ci dà ampia conferma anche il commento di S.Agostino.
Il ver.2 esprime tutta la gioia del Consacrato di Dio. Il Signore lo protegge con la sua potenza e gli dona la sua salvezza. Qui, come al ver.6, credo bene intendere il termine vittoria come “salvezza”. E’ quello che abbiamo sottolineato anche per il Salmo precedente. Qui sento importante dire che tutto quello che il Salmo profeticamente dice di Gesù, può e deve essere accolto, con umile prudenza, anche per noi, fratelli e discepoli di Gesù, e come tali chiamati a celebrarne il mistero e il dono.
A proposito del “desiderio del cuore” al ver.3, S.Agostino ricorda il desiderio di “mangiare questa Pasqua con voi prima della mia passione” che Gesù manifesta in Luca 22,15. Siamo in quella Pasqua di morte e di gloria che il ver.5 profetizza come “vita.., lunghi giorni in eterno, per sempre”. L’opera salvifica che Dio ha compiuto nel suo “Cristo”, viene proclamata ai vers.6-7 come “gloria” per la salvezza dalla morte e per la gloria eterna del Figlio di Dio seduto alla destra del Padre. Tutto questo si compie per la piena consegna e la piena fiducia di Gesù verso il Padre e per la fedeltà (mi sembra più corretta la versione greca che dice “misericordia”) divina alla sua alleanza d’amore con il suo popolo che si compie pienamente nella persona e nell’opera del Cristo profetizzato dal re Davide (ver.8).
I vers.9-13 descrivono la vittoria che il Messia riporterà sul Male e la sua potenza. Il ver.14 chiede che si attualizzi per noi, oggi, l’opera potente del Re-Messia, e noi allora “canteremo e inneggeremo alla tua potenza”. In questi giorni sono pieno del desiderio di unirmi a questo canto.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Vita ti ha chiesto, a lui l’hai concessa,
lunghi giorni in eterno, per sempre”(v.5): è l’aspirazione di tutti…, non si può formularla meglio: una vita che non si arresti, lunghi giorni in eterno, per sempre. Ed è quello che il Signore ci ha già dato: chi lo accoglie, non conosce la morte, se non quella biologica. Aspettiamo la realizzazione dell’altra promessa: “lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto”(v.8). Lì “canteremo e inneggeremo”(v.14) per manifestare la pienezza della vita, della comunione e della felicità.