19 Mi assalirono nel giorno della mia sventura,
ma il Signore fu il mio sostegno;
20 mi portò al largo,
mi liberò perché mi vuol bene.
21 Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia,
mi ripaga secondo l’innocenza delle mie mani,
22 perché ho custodito le vie del Signore,
non ho abbandonato come un empio il mio Dio.
23 I suoi giudizi mi stanno tutti davanti,
non ho respinto da me la sua legge;
24 ma integro sono stato con lui
e mi sono guardato dalla colpa.
25 Il Signore mi ha ripagato secondo la mia giustizia,
secondo l’innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi.
26 Con l’uomo buono tu sei buono,
con l’uomo integro tu sei integro,
27 con l’uomo puro tu sei puro
e dal perverso non ti fai ingannare.
28 Perché tu salvi il popolo dei poveri,
ma abbassi gli occhi dei superbi.
29 Signore, tu dai luce alla mia lampada;
il mio Dio rischiara le mie tenebre.
30 Con te mi getterò nella mischia,
con il mio Dio scavalcherò le mura.
ma il Signore fu il mio sostegno;
20 mi portò al largo,
mi liberò perché mi vuol bene.
21 Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia,
mi ripaga secondo l’innocenza delle mie mani,
22 perché ho custodito le vie del Signore,
non ho abbandonato come un empio il mio Dio.
23 I suoi giudizi mi stanno tutti davanti,
non ho respinto da me la sua legge;
24 ma integro sono stato con lui
e mi sono guardato dalla colpa.
25 Il Signore mi ha ripagato secondo la mia giustizia,
secondo l’innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi.
26 Con l’uomo buono tu sei buono,
con l’uomo integro tu sei integro,
27 con l’uomo puro tu sei puro
e dal perverso non ti fai ingannare.
28 Perché tu salvi il popolo dei poveri,
ma abbassi gli occhi dei superbi.
29 Signore, tu dai luce alla mia lampada;
il mio Dio rischiara le mie tenebre.
30 Con te mi getterò nella mischia,
con il mio Dio scavalcherò le mura.
Continua il grande valore di un’esperienza d’amore. “Ti amo, Signore..” ascoltavamo all’iinizio del Salmo. Al ver.20 si esplicita la causa e l’orizzonte del mio amore per Lui: “…mi liberò perchè mi vuol bene”. Dunque il mio amore per Lui nasce e si custodisce come accoglienza e risposta al suo volermi bene e al bene che mi ha fatto.
La parte del Salmo 17 che oggi riceviamo dalla bontà del Signore mi sembra voglia descrivere la vita di chi, come noi, è stato salvato dall’amore di Dio. Mi affascina il ver.29 dove il dono e la presenza del Signore si esprimono con le parole “..tu dai luce alla mia lampada; il mio Dio rischiara le mie tenebre”. La mia vita resta quindi guidata e retta dal dono di luce di cui Egli mi ha riempito. La mia vita è chiamata a corrispondere al suo dono. Per questo i vers.21-25 affermano il giudizio divino su di me a partire dal dono che mi ha immerso in questa vita nuova. “Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia”(ver.21), cioè secondo la custodia da parte mia di quella giustizia che Egli mi ha donata e che è diventata “la mia giustizia”, cioè il volto nuovo che tutto ha assunto per la grazia che ho ricevuto da Lui. Custodire e vivere secondo i suoi giudizi che “mi stanno tutti davanti”(ver.23), questo è il volto etico della vita cristiana: vivere secondo la grazia ricevuta.
Al ver.28 troviamo il cuore e il segreto di questa vita nuova: “Perchè tu salvi il popolo dei poveri, ma abbassi gli occhi dei superbi”. La povertà si rivela come elemento essenziale e inscindibile della fede. E’ la povertà opposta alla superbia: la vita del credente infatti è vivere di Dio e del suo dono. La povertà è la condizione che ci pone in atteggiamento di umile accoglienza di tutto come dono di Dio. I “superbi” dicono il dispregio del dono di Dio e il nostro pensare di non aver bisogno di Lui. E’ la pretesa di avere una nostra giustizia. Essere poveri è una cosa sola con il nostro essere figli di Dio, da Lui salvati e illuminati, come abbiamo detto a proposito del ver.29.
Questo illumina i vers.26-27 che collegano appunto la nostra vita nuova con quello che abbiamo ricevuto, e quindi afferma che si tratta di vivere secondo il dono ricevuto, e non nella pretesa di essere padroni e giudici della nostra esistenza. La nostra vita è chiamata ad essere “risposta” a quello che abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere dalla sua bontà e dal suo amore per noi.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Anche a me è piaciuta molto la corrispondenza d’amore tra il versetto 2 di ieri e il versetto 20 di oggi. Ieri dell’amore si sottolineava il volto della misericordia. Amore viscerale e materno.
Oggi mi sembra se ne sottolinei il volto nuziale. E’ l’amore del compiacimento. E l’amore del desiderio dello sposo usato anche nella bellissima profezia di Isaia: “Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata,perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo.” (Is 62,4).
Ho riletto tutto il capitolo 62 di Isaia e mi è sembrato molto vicino al testo di oggi: il tema della giustizia, della ricompensa, della salvezza; le immagini della luce e delle mura…
Il popolo di poveri del v. 28 è là un popolo santo di redenti ed è descritto in modo bellissimo dall’immagine di una donna non più abbandonata ma resa bellissima dall’amore del suo sposo.
L’impressione anche oggi è di riuscire a cogliere davvero poco di tutta la ricchezza delle parole del salmo. Come se il calendario sia troppo ‘affrettato’ per le mie possibilità.
Ho trovato bellissimo,anch’io,il v.20.
‘Il Signore mi portò al largo,
mi liberò perché mi vuol bene.’.
Ho pensato al Vangelo e all’indicazione di Gesù ‘prendi il largo e calate le reti per la pesca’ . La pesca sarà abbondante,una quantità enorme. La nostra vita prende senso,pienezza. Siamo liberi dalla solitudine,dalle tenebre,dalla morte..unicamente perchè ‘ci vuole bene’.
‘Signore, tu dai luce alla mia lampada;
il mio Dio rischiara le mie tenebre.’.
Il Signore mi libera dal peccato perché lo assume nella sua misericordia. Non mi riduce al mio essere peccatore ma mi ridona dignità e mi presenta un nuovo inizio. Ti voglio bene Signore