1 Alleluia. È bello cantare inni al nostro Dio, è dolce innalzare la lode. 2 Il Signore ricostruisce Gerusalemme, raduna i dispersi d’Israele; 3 risana i cuori affranti e fascia le loro ferite. 4 Egli conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome. 5 Grande è il Signore nostro, grande nella sua potenza; la sua sapienza non si può calcolare. 6 Il Signore sostiene i poveri, ma abbassa fino a terra i malvagi. 7 Intonate al Signore un canto di grazie, sulla cetra cantate inni al nostro Dio. 8 Egli copre il cielo di nubi, prepara la pioggia per la terra, fa germogliare l’erba sui monti, 9 provvede il cibo al bestiame, ai piccoli del corvo che gridano. 10 Non apprezza il vigore del cavallo, non gradisce la corsa dell’uomo. 11 Al Signore è gradito chi lo teme, chi spera nel suo amore.
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Com’è bella la vita del credente! Diciamolo tra noi con modestia e con grande affettuosa attenzione ai fratelli che pensano di non avere il dono della fede.
C’è infatti una “condizione” per poter veramente gioire del dono di Dio. E anche in questo Salmo viene ribadita! Ed è la povertà! Solo i poveri, e solo se poveri, anche noi possiamo gustare e vedere come è buono il Signore e possiamo vedere quanto sia bello e dolce cantare e lodare il Signore (ver.1)!
E forse di più bisogna dire! E cioè che solo il povero vede come il Signore ricostruisca – o costruisca! – Gerusalemme e raduni i dispersi di Israele, risani i cuori affranti e fasci le nostre ferite” (vers.2-3).
Allora tutto si presenta piccolo nelle mani di Dio, che chiama per nome le stelle che gli scienziati dicono essere miliardi (ver.4).
Il contrasto, al ver.6, tra i poveri e i malvagi è interessante, perché non sono i “buoni” contrapposti ai malvagi, ma appunto quelli che certamente non pensano di essere “buoni”, ma proprio per questo colgono e accolgono nella loro povertà il dono del Signore, e insieme a tutti noi lo ringraziano con canti e cetre (vers.6-7).
E tutta la creazione viene vista come protetta, nutrita e resa feconda da Lui (vers.8-9). E noi creature umane siamo accolti nella stesso canto di lode se siamo partecipi con tutto il creato della lode a Dio che incessantemente soccorre la nostra piccolezza. E allora anche noi poniamo tutta la nostra speranza nel suo amore per noi (ver.11).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Ma cosa fa il Signore? Quali sono le sue attività? Il salmo ci dice che “ricostruisce” ciò che noi abbiamo distrutto, che “raduna” dispersi e divisi, “sostiene” i poveri, i piccoli, vittime di chi detiene le leve del potere… Intanto, non trascura l’universo in cui ci ha posti: conta le miriadi di stelle e attribuisce a ciascuna il suo nome. A maggior ragione, immagino, conterà i miliardi di uomini e conoscerà ciascuno per nome. Viene da chiedersi: Come è possibile una cosa simile? Il salmista risponde con tranquillità: “Grande è il Signore nostro, grande nella sua potenza; la sua sapienza non si può calcolare”. La sua destrezza è smisurata, dice un’altra traduzione. Quanto a noi, ci rassicura e ci conforta il v.11 (in altra traduzione): “Il Signore stima i suoi fedeli – che sperano nella sua misericordia”. Ci stima e ci ama.