He. 33 Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti e la custodirò sino alla fine.
34 Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore.
35 Guidami sul sentiero dei tuoi comandi, perché in essi è la mia felicità.
36 Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti e non verso il guadagno.
37 Distogli i miei occhi dal guardare cose vane, fammi vivere nella tua via.
38 Con il tuo servo mantieni la tua promessa, perché di te si abbia timore.
39 Allontana l’insulto che mi sgomenta,
poiché i tuoi giudizi sono buoni.
40 Ecco, desidero i tuoi precetti:
fammi vivere nella tua giustizia.
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Colgo la condizione nella quale si trova chi prega il Signore ai vers.36-37, e al ver.39. Mi sembra che sia una richiesta di intervento forte del Signore, per suscitare una situazione radicalmente alternativa: la liberazione da passioni vane e pericolose e l’amore appassionato per il Signore e la sua Parola.
Espressioni come “custodirò sino alla fine”(ver.33), “la osservi con tutto il cuore”(ver.34), “guidami sul sentiero dei tuoi comandi”(ver.35), “piega il mio cuore”(ver.36), ” distogli i miei occhi dal guardare cose vane”(ver.37), sembrano esprimere il bisogno e il desiderio di essere liberato da passioni che tengono prigionieri e la speranza di un grande e vero “innamoramento”, opposto a quel “guadagno” del ver.36, che, alla lettera, è la cupidigia, e alle “cose vane” del ver.37. Anche il ver.38 sembra invocare un intervento forte del Signore, un dono della Parola che esiga quel “timore” che non è la paura, ma il “timore di Dio”, e dunque la coscienza profonda della sua presenza nella nostra vita.
Chi vive preda delle passioni sa bene che cosa sia “l’insulto che mi sgomenta” del ver.39, e dunque un giudizio che gli errori stessi e le loro conseguenze suscitano nel peccatore. È bella quindi la conclusione del nostro testo, che sembra esprimere una supplica tanto umile quanto forte:
“ecco, desidero i tuoi precetti: fammi vivere nella tua giustizia” (ver.40).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Quello che più colpisce nei versetti odierni è che l’orante sollecita l’azione del Signore: è Lui che agisce e opera: Indicami, insegnami, avviami, distogli, mantieni… Mi piace in particolare quell’invito: “Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti”(v.36), “Inclina il mio cuore”, dice un’altra traduzione: le nostre inclinazioni ci porterebbero al peggio, ma il Signore può volgerle nella direzione buona e giusta. – “Mantieni la tua promessa, perché di te si abbia timore”, dice il v.38; in un’altra traduzione il timore non compare e si dice semplicemente: “Mantieni la promessa che hai fatto ai tuoi fedeli”. E’ una promessa di vita, e l’orante insiste: “Fammi vivere…, dammi vita!”(vv. 37 e 40).