Dalet. 25 La mia vita è
incollata alla polvere:
fammi vivere secondo la tua parola.
26 Ti ho manifestato le mie vie e tu mi hai risposto; insegnami i tuoi
decreti.
27 Fammi conoscere la via dei tuoi precetti e mediterò le tue
meraviglie.
28 Io piango lacrime di tristezza;
fammi rialzare secondo la tua parola.
29 Tieni lontana da me la via della menzogna, donami la grazia della
tua legge.
30 Ho scelto la via della fedeltà,
mi sono proposto i tuoi giudizi.
31 Ho aderito ai tuoi insegnamenti:
Signore, che io non debba vergognarmi.
32 Corro sulla via dei tuoi comandi,
perché hai allargato il mio cuore.
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La condizione nella quale si trova il salmista in questo tratto del nostro Salmo è la tristezza. È il tempo della prova. Di questo è espressione il ver.25: “la mia vita è incollata alla polvere”, e di questo è conferma il ver.28:”Io piango lacrime di tristezza”, come propone la nostra versione dal testo ebraico, che la versione greca non segue, anche se non gli è distante: “Per l’accidia ha sonnecchiato l’anima mia, dammi vigore con le tue parole”.
È interessante il ver.26 dove si dice: “Ti ho manifestato le mie vie e mi hai risposto; insegnami i tuoi voleri”. Nel rapporto con il Signore è ben presente la confidenza-confessione nella quale esponiamo a Dio la nostra condizione e come pensiamo di reagire e di comportarci. Ma questo è per consegnarsi radicalmente alla volontà divina: “insegnami i tuoi voleri”.
A questo proposito spiace che la nostra traduzione italiana ignori la ripetizione, al ver.31, del verbo che abbiamo trovato e indicato al ver.25:”la mia vita è incollata alla polvere” che nel testo originale ritorna appunto al ver.31, che alla lettera direbbe “sono incollato ai tuoi comandamenti”, reazione meravigliosa che porta l’orante dall’essere “steso” per la sua condizione all’essere “steso” sulla Parola di Dio che illumina e salva. Tale è infatti la determinazione e la scelta del Salmista, affermata ai vers.27 e 30-32.
Possiamo quindi dire che, quanto è grave e dolorosa la prova, altrettanto forte è la volontà di tutto affidare al Signore accogliendo ciò che al ver.29 viene espresso con l’invocazione umile e forte: “donami la grazia della tua legge”. È bellissimo che la legge sia accolta come grazia, come dono.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“La mia vita è incollata alla polvere”: siamo proprio “a terra”, come si suol dire; anzi, siamo in un pericolo mortale. Ma il Signore è colui che dà vita, e noi sappiamo che qualità di vita Egli ci ha dato in Gesù. – Ti ho manifestato “le mie vie”, dice il v.26, “il mio vagare”, dice un’altra traduzione, e rende bene – mi sembra – il nostro cammino con piede incerto e malfermo. Ma il Signore ci fa rialzare con la sua parola (v.28): secondo un’altra traduzione, ci dà forza, ci dà conforto. – “Aderisco ai tuoi precetti, Signore”(v.31): quell'”aderisco” mi fa pensare al verbo della nostra fede: aderire, dare la nostra adesione al Vangelo, per accogliere il lieto annunzio e il dono d’amore.