1 Quando Israele uscì dall’Egitto,
la casa di Giacobbe da un popolo barbaro,
2 Giuda divenne il suo santuario,
Israele il suo dominio.
3 Il mare vide e si ritrasse,
il Giordano si volse indietro,
4 le montagne saltellarono come arieti,
le colline come agnelli di un gregge.
5 Che hai tu, mare, per fuggire,
e tu, Giordano, per volgerti indietro?
6 Perché voi, montagne, saltellate come arieti
e voi, colline, come agnelli di un gregge?
7 Trema, o terra, davanti al Signore,
davanti al Dio di Giacobbe,
8 che muta la rupe in un lago,
la roccia in sorgenti d’acqua.
Salmo 114 (113A)

In modo diretto e grande il nostro Salmo vuole celebrare le origini della festa di Pasqua. Non ci parla della Cena e di quella notte, ma coglie l’evento nella sua globalità: “Quando Israele uscì dall’Egitto, la casa di Giacobbe da un popolo barbaro…”(ver.1). È il principio di una storia nuova, e la creazione vi partecipa, quasi a dire che quella nuova storia esige e proclama una nuova creazione!
I vers.3-4 e 7-8 fanno memoria di quegli eventi per come la creazione vi ha attivamente partecipato. Sembra di cogliere nella splendida immagine del mare e del Giordano l’inizio e la fine di quella storia straordinaria, dove la natura ha attivamente partecipato agli eventi della salvezza : “il mare vide e si ritrasse , il Giordano si volse indietro…”, poi i monti e le colline in agitazione e la terra che trema” e al ver.8, la rupe che diventa un lago e la roccia sorgenti d’acqua. I prodigi della storia si compiono attraverso prodigi della creazione! Tutto è partecipe e coinvolto nelle meraviglie che Dio compie per il suo popolo.
A sottolineare tutto questo, i vers.5-6 interpellano con una specie di artificio letterario gli elementi della natura per enfatizzare questa partecipazione della creazione alla storia di Israele: “Perché tu mare sei fuggito e tu Giordano perché sei tornato indietro?”. Perché in tal modo il popolo del Signore potesse compiere la volontà salvifica del suo Dio!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni .