1 Alleluia.
Alef. Beato l’uomo che teme il Signore
Bet. e nei suoi precetti trova grande gioia.
Ghimel. 2 Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
Dalet. la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.
He. 3 Prosperità e ricchezza nella sua casa,
Vau. la sua giustizia rimane per sempre.
Zain. 4 Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
Het. misericordioso, pietoso e giusto.
Tet. 5 Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
Iod. amministra i suoi beni con giustizia.
Caf. 6 Egli non vacillerà in eterno:
Lamed eterno sarà il ricordo del giusto.
Mem. 7 Cattive notizie non avrà da temere,
Nun. saldo è il suo cuore, confida nel Signore.
Samec. 8 Sicuro è il suo cuore, non teme,Ain finché non vedrà la rovina dei suoi nemici.
Pe. 9 Egli dona largamente ai poveri,
Sade. la sua giustizia rimane per sempre,
Kof. la sua fronte s’innalza nella gloria.
Res. 10 Il malvagio vede e va in collera,
Sin. digrigna i denti e si consuma.
Tau. Ma il desiderio dei malvagi va in rovina.
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Oggi è bello tenerci molto collegati al Salmo precedente che ieri abbiamo incontrato, o che, meglio, ci ha incontrati. Anche il Sal.111(112) è arricchito dalle lettere dell’alfabeto ebraico che accompagnano tutto il Salmo e sono la lettera iniziale di ogni mezzo versetto. Un mio carissimo fratello mi ha mandato la splendida spiegazione di questo. Esso vuol significare, nella tradizione ebraica, che il Salmo raccoglie e comprende tutti i nomi e tutti gli avvenimenti della salvezza, forse fino al nostro incontro insieme con il Salmo di oggi. In poche parole, in esso c’è tutto, e tutti e tutto possiamo ritrovarci anche in quello che oggi ascoltiamo dalla bontà di Dio.
Ed è mirabile il legame tra ieri e oggi: ieri era celebrazione e lode di Dio e delle sue meraviglie. Oggi è memoria grata di tutto quello che il Signore ci dona. Per questo, la Parola di ieri che parlava del Signore oggi è trasferita a noi come dono del suo amore. E dunque rivelazione del mistero divino della nostra vita di noi poveri peccatori: la vita divina donata e trasferita a noi, come siamo e dove siamo! Perché così “è beato l’uomo che teme il Signore e nei suoi precetti trova grande gioia”! (ver.1). Una cattiva tradizione ci fa accogliere i precetti come pesi. Oggi siamo invitati ad accorgerci che sono doni meravigliosi, perché trasferiscono nella nostra povertà la mirabile bellezza e bontà di Dio!
E la prima benedizione è nella nostra stessa famiglia: “la sua stirpe … la discendenza …” (ver.2). Intorno a ciascuno di noi, infatti, il Signore costruisce una tessitura di relazioni e di affetti affidati alla nostra responsabilità, che è sempre e solo l’amore, una comunione di persone che sperimentano anche nella relazione tra loro la meraviglia della comunione con Dio. La sua casa è piena di “prosperità e ricchezza” .. “la sua giustizia rimane per sempre” ed egli diventa “luce”, perché diventano suoi persino i supremi attributi di Dio: “Misericordioso, pietoso e giusto”! (vers.3-4). Al ver.5 è bellissimo l’incontro, non molto frequente nelle vicende umane, tra pietà, cioè misericordia, e buona amministrazione dei propri beni!
Per lui l’esistenza, inevitabilmente visitata da fatiche e prove, non ne sarà vinta, perché egli “confida nel Signore”, e sperimenterà come gli eventi stessi che si presentano come “nemici” della sua vita di fede, andranno in rovina. Così i vers.7-8. La potenza della sua giustizia si manifesta e si attua nell’amore solidale verso i poveri, e rimarrà anche dopo la sua morte come grata memoria (ver.9). Una vita, insomma, del tutto diversa da quello che può sembrare la fatale egemonia del male e della malvagità (ver.10)
Penso che oggi in ognuno di noi si sia affacciata la memoria grata di persone che tali abbiamo conosciuto e tali sono state per noi. Siano nella gioiosa e luminosa pace di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.