4 Proprio in quel mentre Booz arrivava da Betlemme. Egli disse ai mietitori: «Il Signore sia con voi!». Ed essi gli risposero: «Ti benedica il Signore!». 5 Booz disse al sovrintendente dei mietitori: «Di chi è questa giovane?». 6 Il sovrintendente dei mietitori rispose: «È una giovane moabita, quella tornata con Noemi dai campi di Moab. 7 Ha detto di voler spigolare e raccogliere tra i covoni dietro ai mietitori. È venuta ed è rimasta in piedi da stamattina fino ad ora. Solo adesso si è un poco seduta in casa». 8 Allora Booz disse a Rut: «Ascolta, figlia mia, non andare a spigolare in un altro campo. Non allontanarti di qui e sta’ insieme alle mie serve. 9 Tieni d’occhio il campo dove mietono e cammina dietro a loro. Ho lasciato detto ai servi di non molestarti. Quando avrai sete, va’ a bere dagli orci ciò che i servi hanno attinto». 10 Allora Rut si prostrò con la faccia a terra e gli disse: «Io sono una straniera: perché sono entrata nelle tue grazie e tu ti interessi di me?». 11 Booz le rispose: «Mi è stato riferito quanto hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e la tua patria per venire presso gente che prima non conoscevi. 12 Il Signore ti ripaghi questa tua buona azione e sia davvero piena per te la ricompensa da parte del Signore, Dio d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti». 13 Ella soggiunse: «Possa rimanere nelle tue grazie, mio signore! Poiché tu mi hai consolato e hai parlato al cuore della tua serva, benché io non sia neppure come una delle tue schiave».
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Tutta la Parola che oggi riceviamo in regalo dal Signore è ricca dell’intensità delle relazioni e del valore che ciascuno ha perl’altro e del bene che ciascuno riceve dall’altro. Anche il saluto tra Booz e i mietitori al ver.4 ne è manifestazione ricca! Questo ci aiuta a pensare che, pur trattandosi di comuni episodi di vita, siamo immersi in una grande potenza simbolica, come se ci trovassimo dentro una grande “liturgia” che attraverso parole e segni ci comunica grandi misteri: il mistero stesso di Dio e della sua relazione con l’umanità.
Anche la domada di Booz al sovrintendente, al ver.5, merita grande attenzione: “Di chi è questa giovane?”. Superando l’istintiva diffidenza della nostra mentalità verso una condizione di “appartenenza” e quindi, soprattutto per una donna, come vedo in una nota delle nostre bibbie, di minore libertà, siamo introdotti già così nella concezione biblica della persona come ambito e orizzonte di relazione, al punto che, nella solitudine, nessuno propriamente “è”; e solo la relazione con “l’Altro da sè” lo fa essere veramente se stesso. L’affermazione esigerebbe un discorso lungo, che qui non è opportuno.
Al ver.6, a conferma di quanto detto sopra, Rut viene descritta nella relazione affettiva che la lega a Noemi e che l’ha condotta a seguirla nel suo ritorno dai campi di Moab. E’ molto importante che il ver.7 aggiunga subito quella condizione che già abbiamo scoperta nel testo precedente, e cioè la povertà, che ha portato questa donna straniera verso la norma ebraica che consente ai poveri, anche se stranieri, di “spigolare” dietro i mietitori. Lavoro che ella ha compiuto instancabilmente, “da stamattina fino ad ora”: per dire di un intero tempo!
I vers.8-9 ci narrano dell’intervento di Booz, e delle sue parole verso Rut. Una preoccupazione e un interesse che sembrano manifestare ben di più che un atteggiamento benevolo verso una persona povera: un’attenzione speciale. Una premura privilegiata. Come un’elezione!
La risposta di Rut, al ver.10, non solo conferma questo pensiero, ma lo rafforza sottolineando fortemente la singolarità di quanto accade, con una domanda “retorica” di altissimo significato: questo privilegio di attenzione Booz lo rivolge ad una donna straniera! E le parole sono arricchite dal gesto: per dirle Rut “si prostrò con la faccia a terra”. Chi è lei per Booz?
La risposta di Booz conferma quella domanda: e chi è Rut per lui? E’ vero che la “ragione” della sua particolare attenzione Booz l’attribuisce a quello che Rut ha fatto per Noemi. E noi questo lo accogliamo volentieri perchè conferma la grande e misteriosa “unità” interiore che ha portato questa giovane straniera sino alla Terra di Israele, e a Betlemme, la “casa del pane”. Tuttavia sembra di cogliere nelle parole di Booz il grande coinvolgimento della sua persona.
La risposta di Rut al ver.13 ulteriormente conferma e arricchisce la preziosità particolare che ella attribuisce alla relazione con Booz. Tutto quello che è avvenuto sembra trovare la sua ragione profonda e la sua piena illuminazione nell’incontro, nella grazia e nella consolazione che ella ha ricevuto dalle parole di Booz. In questo dono Rut spera e chiede di poter rimanere. Ancora si sottolinea la meravigliosa “sproporzione” tra la sua povera condizione e il dono ricevuto.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.