7 Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. 8 Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; 9 le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto:
Per questo ti loderò fra le genti
e canterò inni al tuo nome.
10 E ancora:
Esultate, o nazioni, insieme al suo popolo.
11 E di nuovo:
Genti tutte, lodate il Signore;
i popoli tutti lo esaltino.
12 E a sua volta Isaia dice:
Spunterà il rampollo di Iesse,
colui che sorgerà a governare le nazioni:
in lui le nazioni spereranno.
13 Il Dio della speranza vi riempia, nel credere, di ogni gioia e pace, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo.

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Cristo accoglie non appiattendo, ma anzi “glorificando” il cammino di ciascuno! L’accoglienza reciproca – “accoglietevi gli uni gli altri”(ver.7) – è quella che per questo devono tributarsi “i circoncisi” e “le genti”. Infatti il Cristo li ha accolti ciascuno con la propria fisionomia e nella particolarità della storia dell’uno e dell’altro.
Dei circoncisi “è diventato servitore per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri”: ne è diventato servitore perché con la sua persona e la sua opera, specialmente la sua Pasqua, Gesù ha portato a pienezza, e ha pienamente svelate le promesse che Dio ha fatto ai padri ebrei lungo tutta la loro storia. Questa è la gloria di Israele!
“Le genti glorificano Dio per la sua misericordia”(ver.9). Quattro meravigliose citazioni delle Scritture illuminano ed evidenziano tale glorificazione: 1) Nel Salmo 17(18),50, il Salmista stesso loda e canta “fra le genti” inni al nome del Signore. 2) Al termine del grande Cantico di Mosè, in Deuteronomio 32,43, “le nazioni sono chiamate ad esultare insieme al Popolo del Signore. 3)Nel Salmo 116(117),1 tutti i popoli della terra esaltano il Dio di Israele, finalmente Signore anche loro. 4) A governare le nazioni sorgerà, spunterà, “il rampollo di Iesse”, il discendente di Davide, il Messia del Signore, Gesù, il Cristo di Dio! Così Isaia 11(10).
La reciproca accoglienza tra Israele e le genti è il disegno e la volontà del “Dio della speranza”(ver.13). E’ lui che oggi riempie la nostra fede “di ogni gioia e pace”! Affinchè sovrabbondiamo nella speranza: tale è in noi la potenza dello Spirito Santo. La potenza dello Spirito del Signore che abita nei nostri cuori.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi è sembrato molto bello l’inizio del testo di oggi, con quel verbo che dice come deve essere ogni nostro rapporto con l’altro, e in particolare con il diverso da noi (qui è per dire la differenza per eccellenza: ebrei-gentili).
Accoglietevi…
E’ lo stesso verbo che aveva aperto il capito 14: “Accogliete chi è debole nella fede…” era detto là. E qualche versetto sotto, la motivazione: “infatti Dio ha accolto anche lui”.
Là l’accoglienza dell’altro era motivata dal fatto di vedere in lui colui che il Signore Gesù ha accolto. Oggi mi sembra che il testo faccia fare un passo ulteriore: l’accoglienza reciproca è motivata dal fatto che il Signore ha accolto entrambi: “come Cristo accolse voi”. Anch’io sono un debole nella fede, debole che il Signore Gesù ha accolto. E da questa consapevolezza deve scaturire l’accoglienza di ogni altro, diverso forse, ma debole come me.
Anche se i verbi usati non sono esattamente gli stessi, mi sono venuti in mente altri due testi, collocati rispettivamente all’inizio e al compimento del cammino del Signore Gesù tra di noi: l’accoglienza sia di Giuseppe sia di Giovanni (l’apostolo amato) per Maria, donna, sposa e madre.
“Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa”(Mt 1,20).
“Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.” (Gv 19,27).
La storia della salvezza si apre e si compie nella bellezza e nella semplicità della nostra quotidiana accoglienza reciproca.