30 Che diremo dunque? Che i pagani, i quali non cercavano la giustizia, hanno raggiunto la giustizia, la giustizia però che deriva dalla fede; 31 mentre Israele, il quale cercava una Legge che gli desse la giustizia, non raggiunse lo scopo della Legge. 32 E perché mai? Perché agiva non mediante la fede, ma mediante le opere. Hanno urtato contro la pietra d’inciampo, 33 come sta scritto:
Ecco, io pongo in Sion una pietra d’inciampo
e un sasso che fa cadere;
ma chi crede in lui non sarà deluso.

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Mi pare che possiamo fare qualche passo nella meraviglia della Parola che oggi il Signore ci dona provando a mettere a confronto due “ipotesi” di giustizia: la giustizia della fede (quella che, secondo il ver.30, “deriva dalla fede”), e la giustizia delle opere, cioè quella che cerca la giustizia “mediante le opere”, come è detto, al ver.32, di quell’Israele che “agiva non mediante la fede, ma mediante le opere”.
Qui bisogna ribadire nuovamente la centralità della “salvezza”, che non può essere ricevuta se non come dono. Noi diciamo che la fede è il dono della salvezza, ed è insieme il dono di credere, cioè di accogliere il dono della salvezza. I pagani non cercano la giustizia, e neanche lo potrebbero in quanto non hanno la Legge. Israele “non raggiunse lo scopo della legge” (ma è più corretto e illuminante tradurre alla lettera che “non pervenne alla legge”), perché, come dicevamo prima, “agiva non mediante la fede, ma mediante le opere”. Tutto questo getta una luce grande e positiva sulla Legge stessa. Infatti, per il giusto ebreo la Legge stessa è il dono di Dio! Per questo, provate a riprendere il Salmo 1 dove la Legge è paragonata a quell’acqua nella quale l’albero affonda le sue radici. E pensate ad alcune di quelle meravigliose persone che attendono la pienezza del dono di Dio: i profeti, e figure come Simeone ed Anna in Luca 2, come Giuseppe il giusto di Matteo 1, e soprattutto pensate alla figura di Maria di Nazaret. Per loro la Parola di Dio – e dunque la Legge – è il dono che li custodisce nell’ardente attesa della salvezza, che per la fede di Israele si raccoglie nell’attesa del Messia Salvatore. Se dunque c’è un Israele collettivo che “non raggiunge la Legge”, ci sono figure che accompagnano e celebrano l’attesa messianica. Sono convinto che molti di noi hanno sperimentato con forza la diversità e quindi il “passaggio” dalla “legge” al “Vangelo”.
Gesù è la “pietra d’inciampo” di cui profetizza il Salmo 117(118) che Paolo cita al ver.33. E’ Lui che, immerso nella fede dei padri ebrei, la porta a compimento nella sua Persona e nella sua opera pasquale.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.