7 Che diremo dunque? Che la Legge è peccato? No, certamente! Però io non ho conosciuto il peccato se non mediante la Legge. Infatti non avrei conosciuto la concupiscenza, se la Legge non avesse detto: Non desiderare. 8 Ma, presa l’occasione, il peccato scatenò in me, mediante il comandamento, ogni sorta di desideri. Senza la Legge infatti il peccato è morto. 9 E un tempo io vivevo senza la Legge ma, sopraggiunto il precetto, il peccato ha ripreso vita 10 e io sono morto. Il comandamento, che doveva servire per la vita, è divenuto per me motivo di morte. 11 Il peccato infatti, presa l’occasione, mediante il comandamento mi ha sedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte. 12 Così la Legge è santa, e santo, giusto e buono è il comandamento. 13 Ciò che è bene allora è diventato morte per me? No davvero! Ma il peccato, per rivelarsi peccato, mi ha dato la morte servendosi di ciò che è bene, perché il peccato risultasse oltre misura peccaminoso per mezzo del comandamento.
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Senza esplicitamente nominare la vicenda dei progenitori e del peccato originale, Paolo ce ne dona una lettura straordinaria, che evidenzia la fondamentale importanza di Genesi 3 per la fede cristiana. Se potete trovare il tempo, è prezioso ascoltare quel testo!
Citando Esodo 20,17 il nostro testo amplia la portata del verbo “desiderare”, cogliendo nella concupiscenza la radice di ogni male, di ogni peccato (ver.7). La Legge, che certamente non è peccato, la Legge che “è santa, e santo, giusto e buono è il comandamento”(ver.12), rivelando la giustizia e la santità di Dio, diventa “l’occasione” per la quale l’uomo conosce il suo peccato: “Io non ho conosciuto il peccato se non mediante la Legge”(ver.7)!
Quello che la Scrittura racconta di Adamo è la vicenda di ogni creatura umana. Donando ai padri ebrei la Legge, il Signore ha dato loro l’esperienza profonda e la consapevolezza assoluta del peccato. E quindi del bisogno di essere salvati. Dunque, non solo la Legge è santa, ma anche la sua funzione nella vicenda umana è fondamentale. Senza la Legge il male sarebbe ugualmente dominante, ma non sarebbe rivelato come tale.
Il peccato viene personificato. Al ver.8: “..presa l’occasione, il peccato scatenò in me, mediante il comandamento, ogni sorta di desideri”. Al ver.11: “Il peccato, infatti, presa l’occasione, mediante il comandamento mi ha sedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte”. Al ver.13: “..il peccato, per rivelarsi peccato, mi ha dato la morte servendosi di ciò che è bene, perché il peccato risultasse oltre misura peccaminoso per mezzo del comandamento”. Tutto questo chiarisce come la Legge sia santa, e come sia fondamentale il suo compito di rivelare da una parte la santità di Dio e dall’altra il peccato dell’uomo. Ma non possa salvare l’uomo. Dunque, prima di essere la condizione negativa dell’uomo, il “peccato” ne è la causa. Concludo i miei poveri pensierini con un versetto del Salmo 50(51): “Rendimi la gioia della tua salvezza”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.