27 Dove dunque sta il vanto? È stato escluso! Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede. 28 Noi riteniamo infatti che l’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge. 29 Forse Dio è Dio soltanto dei Giudei? Non lo è anche delle genti? Certo, anche delle genti! 30 Poiché unico è il Dio che giustificherà i circoncisi in virtù della fede e gli incirconcisi per mezzo della fede. 31 Togliamo dunque ogni valore alla Legge mediante la fede? Nient’affatto, anzi confermiamo la Legge.
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Il vanto è solitamente connesso con un “merito”: per questo, per la grande rivendicazione fatta da Paolo circa l’assoluta gratuità del dono di Dio, ogni vanto è escluso. In realtà, il vanto ritornerà, al cap.5, come vanto per il dono ricevuto! Qui, al ver.27, con grande genialità letteraria Paolo fa uso del termine “legge”, per dire di un “regime”, di un criterio globale di interpretazione e di azione: non la “legge” delle opere, ma la “legge” della fede! E questo dice un criterio assoluto, non negoziabile. Quindi, tutto, rigorosamente, è grazia, è dono del Signore. Il verbo reso in italiano al ver.28 con “riteniamo”, ritornerà più volte al cap.4, reso in italiano con “accreditare”. E’ in ogni modo un verbo “forte”, che, mi sembra, va oltre la semplice opinione e implica il significato di un’attribuzione che nasce dalla certezza. Quindi: “l’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalla legge (alla lettera: “senza la legge”).
Ed è assoluta la connessione tra questa affermazione e quella dei vers.29-30, secondo la quale Dio è Dio non solo dei Giudei ma anche delle genti (cioè di tutti i popoli della terra), ed è quindi l’unico Dio quello “che giustificherà i circoncisi in virtù della fede e gli incirconcisi per mezzo della fede”: questa espressione mi sembra meravigliosa! Nel suo commento alla Lettera ai Romani Barth interpreta la “fede” in tutto il nostro brano come “fedeltà di Dio”. Egli cioè sottolinea la realtà della “fedeltà” di Dio al suo progetto salvifico come fonte della fede dell’uomo. La tesi è affascinante, anche se bisogna dire che il testo non afferma esplicitamente “la fedeltà di Dio”, ma semplicemente “la fede”.
Il ver.31 conferma un’osservazione che già più volte abbiamo anche noi fatto, e cioè che per questa via della fede la Legge non è negata, ma se mai appunto, da noi confermata, perché solo il dono e la potenza della fede può sperare nell’adempimento delle esigenze della Legge.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.