25 Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l’ostinazione di una parte d’Israele è in atto fino a quando non saranno entrate tutte quante le genti. 26 Allora tutto Israele sarà salvato, come sta scritto:
Da Sion uscirà il liberatore,
egli toglierà l’empietà da Giacobbe.
27 Sarà questa la mia alleanza con loro
quando distruggerò i loro peccati.
28 Quanto al Vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla scelta di Dio, essi sono amati, a causa dei padri, 29 infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! 30 Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, 31 così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. 32 Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!
33 O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! 34 Infatti,
chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore?
O chi mai è stato suo consigliere?
35 O chi gli ha dato qualcosa per primo
tanto da riceverne il contraccambio?
36 Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.
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Solo una lettura superficiale del testo ci potrebbe far pensare che Paolo continuamente si ripeta. Chiediamo l’aiuto dello Spirito per vedere come invece la rivelazione di Dio incessantemente cresca e fiorisca. Teniamo in particolare attenzione oggi la parola “mistero” del ver.25, e notiamo che ci viene detto che la Parola che il Signore ci regala è affinchè non ignoriamo tale mistero e non siamo presuntuosi. Vi propongo allora una lettura di queste parole che colga una mirabile contradizione che le accompagna: c’è infatti una straordinaria “incongruenza” tra la negatività della storia e il bene di Dio. Anzi, si deve addirittura affermare che è Dio stesso a far sì che la negatività si ponga e si affermi per essere superata e contradetta dalla sua bontà verso tutti. Cogliamo qualche elemento di questo mirabile processo della misericordia divina.
Al ver.25 “l’ostinazione di una parte di Israele (alla lettera è la “durezza”, che in latino è resa con “caecitas”) è in atto – alla lettera, “avviene” – finchè, alla lettera, “la pienezza” delle genti entri, cioè entri nel popolo del Signore. La durezza sembra addirittura l’occasione, (o addirittura il grembo?) dell’ingresso delle genti nel dono della salvezza. E in questa direzione Paolo interpreta le due citazioni di Isaia dei vers.26-27.
Così, se gli ebrei ora sono “nemici” dei pagani a motivo del Vangelo, sono “amati” per la fedeltà di Dio alle promesse fatte ai padri. Notiamo che a “nemici” non si contrappone “amici”, ma “amati”. Paolo vuole evidenziare non una “conversione” di Israele, ma la “risposta” di Dio. Alla loro inimicizia verso i pagani Dio risponde con la sua fedeltà all’amore per loro!
Per parte loro, i “pagani”, come un tempo sono stati “disobbedienti”, ora hanno ricevuto da Dio “misericordia”. Secondo i vers.30-31 non è che i pagani siano diventati “obbedienti”, ma è Dio che ha risposto allo loro disobbedienza con la sua misericordia! E gli ebrei, che ora sono diventati “disobbedienti” a motivo della misericordia di Dio verso i pagani, proprio per questa loro disobbedienza, otterranno misericordia!! Ecco quindi il meraviglioso e importantissimo ver.32, da tenere sempre presente nella mente e nel cuore: “Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti”. Questa Parola è criterio fondamentale per ogni giudizio sulla storia personale e di tutti!
I vers.33-36 sono allora una grande preghiera di lode, un meraviglioso abbandonarsi di Paolo e di tutti noi alla lode del Signore per le meraviglie da Lui compiute. “Insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie”!(ver.33). Le due citazioni dei vers.34-35, da Isaia 40 e da Giobbe 41, vogliono mettere a confronto il nulla del nostro pensare e agire con la totalità e la pienezza del dono di Dio: “Perché da Lui, per mezzo di Lui e per Lui sono tutte le cose”(ver.36).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Paolo la dice qui talmente grossa, che si sente obbligato a fermarsi e spinto ad esplodere: “Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti”… E come gli succede anche in altre occasioni, interrompe i suoi ragionamenti per far venir fuori dal suo cuore il suo stesso stupore, la sua ammirazione per questo Dio e per la sua opera inconcepibile, inimmaginabile da mente umana… Mi piace ripetere le sue parole nella lingua in cui tante volte (in tempi ormai remoti)le abbiamo lette, sentite e ripetute:
“O altitudo divitiarum sapientiae et scientiae Dei, / quam incomprehensibilia sunt iudicia eius et investigabiles viae eius! / Quis enim cognovit sensum Domini? aut quis consiliarius eius fuit? / Aut quis prior dedit illi, et retribuetur ei? / Quoniam ex ipso et per ipsum et in ipso sunt omnia: ipsi gloria in saecula. Amen!”.