16 Io infatti non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. 17 In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: Il giusto per fede vivrà.

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Un piccolo controllo sull’uso che Gesù fa di questo verbo “vergognarsi” mi ha convinto ad insistere che il Vangelo è in realtà Gesù! Lui è il Vangelo di Dio come abbiamo ascoltato dai testi precedenti. Per questo, il non vergognarsi del Vangelo vuol dire per Paolo non vergognarsi di Gesù. Ma perché ci si vergogna di Gesù? Perché Gesù è Dio nella sua immersione nella nostra piccolezza e nella nostra povertà fino alla croce. Questo Dio onnipotente ridotto alla sublime e suprema povertà di Gesù! Ma qual è dunque la sua onnipotenza? E’ la sua onnipotenza d’amore. E’ questo Dio che dà la sua vita per noi. Che dà la sua vita a noi.
Tale dunque è “la potenza di Dio per la salvezza di chi crede”. Il suo sacrificio d’amore è la nostra salvezza. Ma che cosa vuol dire “credere”? Vuol dire avere il dono di fidarsi e di affidarsi alla grande avventura dell’amore di Dio. Vuol dire fidarsi a che il suo sacrificio d’amore sia potente a salvare ogni uomo e donna del mondo, qualunque sia la sua ferita e il suo male. Non ci sono condizioni per essere salvati, se non l’affidarsi a Lui e alla sua potenza di amore. Questo è però troppo grande per la nostra piccola umanità. Per questo noi implacabilmente e inevitabilmente “costruiamo” un sistema di condizioni, di norme da parte nostra come necessari passaggi per essere salvati. Invece, solo la fede, cioè quel fidarsi e affidarsi a Lui è quello che noi possiamo “fare”. Ben inteso, secondo questa stessa fede, l’avere fede è un regalo, è “grazia”. Non possiamo farcene un vanto o un merito. Quindi è dono di Dio la salvezza come è dono di Dio la fede in questa salvezza.
Tale dono della fede è consegnato a tutta l’umanità, è la salvezza “di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco”. Del Giudeo prima, perché è il popolo della Prima Alleanza che ha ricevuto dal Signore, e ha custodito, il supremo dono della fede. Ma ora anche “il Greco”, cioè tutta l’umanità che non era parte del popolo eletto, è partecipe dello stesso dono.
Questa è “la giustizia di Dio”!! Che cosa significa quel “da fede a fede”? Può significare il cammino e la progressione della fede in ogni persona. Ma forse, più profondamente, può significare la relazione tra la fede di Dio e la nostra fede. Ma che cosa può essere la fede di Dio? E’ il suo consegnarsi, il suo fidarsi, il suo donarsi a noi! Quindi, da questo dono supremo che Dio fa di Sé in Gesù, alla nostra fede, al nostro fidarci e affidarci totalmente a tale dono. Infatti “il giusto per fede vivrà”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.